ciccio filippelli

Paola – Ciccio Filippelli, eccellenza “d’esportazione”, si racconta sul Marsili

Di seguito si propone un’intervista realizzata insieme a Ciccio Filippelli, talento “d’esportazione” che porta alto il nome di Paola in giro per l’Italia. In una chiacchierata con Gianmarco Cilento, il giovane pizzaiolo si racconta, svelando il percorso che lo ha portato ad essere tra i più richiesti professionisti in un settore che lo ha visto tornare protagonista a Milano con una “sua creatura” (Marì), dopo una prestigiosa esperienza al “Re Denari” di Salerno.

di Gianmarco Cilento

In occasione dell’apertura della pizzeria “Marì” (situata nel capoluogo lombardo a Via Lodovico Settala 16, zona Porta Venezia) ho sostenuto una divertente conversazione con il mitico Ciccio Filippelli, pizzaiolo di razza, paolano DOC, nonché grande amico d’adolescenza ed esempio per molti compaesani…

Carissimo Ciccio, come sappiamo tutti, dal nulla è iniziata la tua magnificente carriera di pizzaiolo…

E iniziata nell’agosto 2014. Se ricordi bene lavoravo in uno stabilimento balneare, ma mi ha sempre affascinato la pizza. Ogni volta che vedevo i pizzaioli lavorare ne restavo incantato, allora mi sono detto “un giorno lo farò pure io!”. Non pensavo però di scalare le tappe così in fretta. Sappiamo di Milano, cosa ti dà come città, dove la meritocrazia in questo senso regna. La gavetta l’ho fatta prima a Paola alla pizzeria “Vecchia Paola” per ben due anni e poi qui a Milano per tre anni, dove ho avuto la fortuna di conoscere dei veri professionisti. Poi a fine estate scorsa volevo riavvicinarmi a Paola (sai, vuoi riavvicinarti al mare e ai genitori, specialmente da figli unici) e allora sono approdato a Salerno in una delle più note pizzerie della città. E ad un tratto è arrivato questo fulmine a ciel sereno: la proposta dell’apertura di un locale da parte di un imprenditore di Milano con la I maiuscola che già conoscevo per le precedenti esperienze in città. Non potevo rifiutare, “adesso o mai” ho pensato. E quindi è nata la pizzeria “Marì”.

Il nome è divertente!

Certo. Con “Marì” intendiamo esprimere una donna mediterranea per Bellezza e Purezza. E poi, come d’altronde recita anche la canzone “Marì è il primo amore”. Il nome può essere quello di una donna ma può avere mille rimandi, per arrivare alla pizza. Tutto ciò lo abbiamo fatto anche per rendere più Instagrammabile il locale, con una strizzatina d’occhio persino al vintage e alla Pop Art. Siamo partiti con trecento metri quadri di locale. L’intento è anche quello di allargarci e donare ottime opportunità di lavoro a chi le merita.

Hai dei miti della Pizza?

In realtà no (ride). Ho sempre ambito ad uno stile di Pizza tutto mio. Identificarmi con un piatto. Poi ovviamente apprezzo tantissimi esperti come Franco Pepe di Caiazzo (vicino Caserta), oppure i Fratelli Salvo di Margellina nella grande Napoli. Poi vabbè, Sorbillo e Michele hanno disegnato la storia della Pizza…

Qual è la pizza che ti ha dato la notorietà? Qual è la pizza che ti ha dato la notorietà?

Quella napoletana, ma “rivisitata”. Non la faccio con la farina 00. La tradizione lo vuole, ma io la faccio con delle farine semi-integrali (STG) macinate a pietra da un mulino di Padova. Penso comunque che bisogna stare attenti alle mode e ai cambiamenti. Il mercato è in espansione, solo a Milano negli ultimi tre anni ho visto aprire più di quaranta pizzerie!

Sulla cultura dei tutorial, da Cannavacciuolo al pizzaiolo Youtube, come ti pronunci?

Positivamente. Ho molto apprezzato “Pizza hero” di Bongi su Canale 8. Per ognuno può essere un trampolino di lancio, in un paese che non gli consente di sfondare. Ovviamente può risultare anche controproducente, se si seguono troppo i programmi Tv o i video Youtube sviano le proprie idee, spesso originali. Poi alcuni tutorial dicono fesserie, prenderli alla lettera alle prime armi non avrebbe senso.

E su Trip Advisor?

Diciamo che oggi tutti hanno libertà di parola, anche se la prima cosa che ho fatto fare nella mia pizzeria è un Murales enorme con scritto “No Trip Advisor!” Ovviamente lo abbiamo anche noi, anche se non amiamo l’idea che chiunque, senza una prova tangibile quale un documento d’identità o una foto della serata, possa sostenere di aver mangiato la pizza da noi. Ma il problema è che il cliente pare si diverta a dare risalto solo alle recensioni negative (anche se queste siano due su cinquecento per pizzeria) mettendo quindi nell’ombra le recensioni positive!

E in questo nuovo locale a cosa punti?

Intanto sono il titolare ed è una bella soddisfazione. Sono presenti dieci dipendenti, anche se speriamo di raddoppiarci (ride). Milano offre un mercato ampio, i mezzi sembrano non mancarci.

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