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Resero impossibile la vita a un disabile e suo fratello. Condannati 2 paolani

Era il Febbraio 2017 fa quando, dalla Questura di Cosenza, il lancio di una nota stampa che riguardava la città di Paola, lasciò la cittadinanza attonita dinnanzi ad una notizia terribile.

Stante il comunicato ufficiale della Polizia, due paolani – ZIMBARO Mirko cl.78 e CHIANELLO Antonio cl.85 – erano stati arrestati con l’accusa di estorsione aggravata, prima nei confronti di una persona diversamente abile e successivamente anche del tutore di questi.

A distanza di due anni e mezzo, la corte del Tribunale di Paola  – presieduta dal giudice Alfredo Cosenza (giudici a latere Vincenzo D’Arco e Filippo Putaturo) – ha emesso una sentenza per quell’odioso crimine, condannando  a cinque anni di carcere a testa entrambi i responsabili del crimine.

Difesi rispettivamente dagli avvocati penalisti Gino Perrotta e Sabrina Mannarino, ai due imputati è stato inflitto un anno in meno rispetto a quelli chiesti dal pubblico ministero di udienza, Rossana Esposito, la quale aveva ritenuta congrua una pena a 6 anni.

La vicenda su cui è stata fatta giustizia, aveva avuto inizio allorquando la vittima aveva iniziato a percepire una pensione di invalidità riconosciuta al 100%.

I due pregiudicati, avvicinata la persona diversamente abile, da subito hanno iniziato a fare richieste estorsive che si sono protratte nel tempo, tant’è che la vittima ha prosciugato il proprio conto corrente e non essendo più in grado di fronteggiare le continue richieste dei condannati manifestava un evidente stato di disagio tale da aggravare le sue condizioni fisiche.

Non ottenendo più risposte dalla vittima, i due arrestati hanno iniziato a perseguitare il fratello, anche tutore del diversamente abile, con continue minacce finalizzate ad estorcergli denaro.

A seguito delle minacce subite, il fratello, tutore del diversamente abile, si è portato presso gli uffici della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Paola ove ha sporto regolare denuncia, le successive indagini eseguite degli uomini della Squadra di Polizia Giudiziaria hanno portato all’arresto dei due in flagranza di reato.

Il primo grado si è quindi concluso con una condanna a 5 anni, ora s’attende l’esito degli eventuali ricorsi a quelli superiori.

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