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Una nuova dichiarazione di dissesto sarebbe all’orizzonte per il Comune di Paola.
Almeno di questo sembra certo l’ex sindaco Basilio Ferrari che, dalle colonne di una testata locale, ha tuonato contro il suo antagonista “storico”, vale a dire l’attuale primo cittadino Roberto Perrotta.
Secondo l’esponente della corrente forzista vicina all’asse Occhiuto&Santelli, la strategia dell’attuale governo cittadino non sarebbe idonea al raggiungimento dello scopo prefissato, consistente nello “storno” di ingenti somme attualmente nelle casse dell’Organo Straordinario di Liquidazione (Osl).
L’amministrazione comunale, infatti, starebbe optando la “trattenuta” di circa 8,5milioni di euro, con una proposta di deliberazione emanata dalla Giunta che, a parere di Ferrari, sarebbe in distonia con quanto fatto in precedenza.
«Se ci sono queste difficoltà – ha chiosato l’ex sindaco – sussistono discrepanze dai due delibrati. Nel primo documento della Giunta si denotano le difficoltà e si richiama a un altro dissesto, nel secondo invece si prefigura un riequilibrio. Una delle due è farlocca».
Malgrado queste considerazioni, Roberto Perrotta avrebbe già incassato il parere favorevole dei revisori dei conti su questo tipo di proposta, conscio che ci sono ancora 3,2 milioni di euro di debiti “fuori bilancio” da riconoscere (tra questi anche la famigerata pista ciclopedonale sul lungomare, mai entrata nel ruolino di marcia finanziario utile al pagamento perché i soldi per costruirla non c’erano sin dal principio).
Ovviamente giova ricordare che proprio l’attuale sindaco, durante un consiglio comunale tenutosi all’alba di questo suo terzo mandato (8 agosto 2017), ebbe a dichiarare che «la parola dissesto, con Roberto Perrotta sindaco, la vedrete applicata a questo Comune solo e soltanto se la Corte dei Conti ce lo ordinerà».
Riordinando l’intervento pronunciato proprio in quella sede, sarebbe opportuno riportare alla mente dell’attuale oppositore di minoranza, quello che dichiarò proprio l’attuale primo cittadino, che nei suoi confronti ebbe a dire: «Chi ci deve dare lezioni, due giorni prima del ballottaggio, ha fatto nascere una cooperativa di 56 persone. Chi ci deve dare lezioni, ha dato una serie di incarichi legali […] malgrado l’incapienza, però ci devono dare lezioni, ma non lezioni così… sempre con il ditino. A proposito, mi scuso per il caldo (era l’8 agosto 2017, ndr), ma noi non abbiamo neanche 8mila euro da dare al tecnico dei condizionatori, che a sua volta avanza soldi dal comune. Però i conti erano tutti risanati (quelli di Ferrari, ndr), tutti perfetti, perché dopo la sciagurata vicenda conclusasi nel 2012, poi era arrivato l’Eden a Paola […] Tutto ciò è contrario ai principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, ma soprattutto rappresenta una deviazione dell’interesse pubblico perché, nel frattempo, l’ordine cronologico (dei pagamenti che il comune avrebbe dovuto ai suoi creditori, ndr) non è stato mai rispettato. Ordine cronologico, in questi anni (quelli dell’amministrazione Ferrari, ndr), e vale quello che è stato appena detto, non è stato rispettato. C’è qualcuno che non avanza un centesimo, e poi c’è Ecologia Oggi che avanza un milione e 800mila euro, poi c’è la Sorical che ne avanza un milione e trecentomila. E così via. Però era tutto a posto. Anzi si arrivava alle sfide: “se qualcuno è in grado di… io mi dimetto immediatamente”. […] Quante belle parole, che lezioni di vita. Io mi sentivo piccolo così, dicevo: “mizzica, che professori, e come posso competere con loro?”. […] Quanto al servizio Smeco, la scelta giusta è stata quella che ha fatto il sindaco (all’epoca Ferrari, ndr), è stata quella di fare ordinanze su ordinanze fin quando è arrivata l’interdittiva antimafia […] Avete fatto perdere cinque anni a questa città soltanto perché avete voluto trovare a tutti i costi un capro espiatorio».
