filippo ceravolo

Assassinii ‘ndrangheta: Filippo, ucciso “per sbaglio”, oggi avrebbe 26 anni

Filippo Ceravolo, 19 anni, dopo aver trascorso una serata a Pizzoni con la sua ragazza e altri amici, si mette in cerca di un passaggio.

Deve tornare a Soriano, dove abita con la sua famiglia e da dove l’indomani partirà di buon mattino, assieme al padre, per andare a lavorare. Uno degli amici, Domenico Tassone, si offre di accompagnarlo a casa.

Quel 25 ottobre 2012 però, Filippo a casa non ci è arrivato. Nella provincia di Vibo Valentia, le morti accidentali a causa di agguati mafiosi improvvisi, o per regolamenti di conti in luogo pubblico, sono molte, troppe.

Quella sera è toccato al diciannovenne salire sull’auto sbagliata, la sera sbagliata. A pochi chilometri da Pizzoni, infatti, qualcuno stava aspettando proprio la Punto di Domenico Tassone.

Filippo, seduto sul sedile del passeggero, si ritrova improvvisamente colpito da due scariche di fucile, mentre Domenico se la cava con qualche ferita. Era proprio quest’ultimo, però, il vero obiettivo dell’agguato: Tassone, infatti, è imparentato con il boss Bruno Emanuele, capo di una famiglia del vibonese protagonista di una faida di ‘Ndrangheta.

da “Filippo Ceravolo. Un ragazzo ucciso dalla ‘Ndrangheta”

di Asia Rubbo (per l’articolo completo clicca qui)

Sulla tragica morte dell’allora 19enne Filippo, quest’oggi è tornata Dalila Nesci (M5S), con un duro comunicato:

«Sono passati sette anni dall’assassinio di Filippo Ceravolo, il diciannovenne di Soriano (VV) che, la sera del 25 ottobre 2012, è stato vittima di un agguato di stampo ‘ndranghetista non destinato a lui» ricorda la Deputata M5S Dalila Nesci.

«Come più volte chiarito dai magistrati che si sono occupati del caso -continua la NESCI- le indagini sull’omicidio di Filippo sono state archiviate quale “atto dovuto”, ma l’attenzione di tutti rimane sempre massima, per cui si spera che a breve possano emergere elementi che permettano di individuare i colpevoli».

«Il suo assassinio, frutto di un proiettile male indirizzato, sia ancora oggi monito per tutti noi, poiché -sottolinea la Deputata NESCI-  gli effetti dell’azione ‘ndranghetista non si limitano a colpire i singoli, ma l’intera comunità. Bisogna avere consapevolezza del fatto che la paura, l’omertà e il dolore che derivano da questi episodi, segnino in maniera traumatica intere generazioni, rendano insicure le vite di tutti e di conseguenza producano impoverimento e progressivo spopolamento del territorio».

«Il mio appello -conclude la NESCI- a chi sa, perché parli, e alla magistratura, a cui va’ la mia piena fiducia, affinché sia fatta presto chiarezza su questo tragico caso per garantire giustizia a Filippo e all’intera comunità».

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