no ai bombardamenti contro la popolazione Curda

E-mail alla Redazione: “No ai bombardamenti contro la popolazione Curda”

“Con tutta la forza che abbiamo in corpo, bisogna dire no ai bombardamenti contro la popolazione Curda”.

Un’inarrestabile crescita militare si sta sviluppando nella Syria, già martoriata dalla guerra, cominciata nel 2011 e che ha fatto centinaia di migliaia di vittime, per lo più civili inermi, dove hanno perso la vita nello scontro violento con l’Isis.

Il conflitto, per il quale si era costituita una coalizione internazionale alcuni anni fa con il sostegno degli Stati Uniti d’America dell’allora Presidente Obama, aveva visto soprattutto donne e uomini dell’esercito curdo battendosi in prima linea per respingere l’offensiva del sedicente stato islamico e finalmente costringendolo alla resa.

La decisione dell’attuale Presidente della Turchia Erdoğan di attaccare di nuovo la Syria, con lo scopo di liberare l’area dai curdi, ha avuto sostanzialmente il via libera dal Presidente “USA Donald Trump“, che ha così voltato le spalle ai combattenti che avevano guidato la resistenza contro i fondamentalisti islamici dell’Isis.

In questo terribile scenario, si resta completamente attoniti davanti al silenzio dell’Europa, che fino ad oggi, ha stretto serie di accordi con la Turchia, chiudendo gli occhi sulla più che discutibile giuda politica del presidente Erdoğan, in totale contrapposizione con i principi di difesa dei diritti umani a cui tutti i valori europei sono ispirati, pagando miliardi di euro per il mantenimento dei campi profughi degli esuli Syriani.

L’Europa, purtroppo, tace anche difronte alla minaccia di inviare i profughi verso i propri territori.

Non si può non nutrire grande preoccupazione di fronte all’aggravamento della crisi che continua a determinare ulteriori perdite di vite umane e potrebbe in un prossimo e ravvicinato futuro, destabilizzare completamente gli equilibri politici internazionali.

Facciamo, quindi, appello alle varie comunità internazionali, compresa l’Organizzazione delle Nazioni Unite, affinché ci ponga immediatamente fine alla deriva militare in corso e si apre dunque una conferenza che affidi, alla diplomazia mondiale, la soluzione di tutti i problemi tutt’ora aperti in quelle sventurate e tormentate parte di mondo.

Lettera firmata

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