nino manfredi

Mimmo di Francia svela Nino Manfredi, le cui canzoni suonano dai balconi

Artista poliedrico, attore eccezionale, Nino Manfredi è stato anche un eccellente interprete della musica italiana, con brani divenuti celebri al punto da costituire un pezzo dell’identità nazionale e che, oggigiorno, risuonano dai balconi per contrastare l’ansia determinata dal nuovo coronavirus Covid-19.

Nell’intervista che segue, sono forniti spunti per conoscerlo meglio, direttamente da chi ha potuto “averci a che fare” di persona (vale a dire: Mimmo di Francia).

Tra le tante celebrità del mondo dello spettacolo che hai conosciuto c’è anche Nino Manfredi, che voleva incidere una tua canzone. Mi racconti qualcosa del tuo incontro con lui?

Nei primi anni ottanta lo contattai per proporgli una canzone scritta da me e Piero Braggi che si chiamava Carnevale. Ci incontrammo mentre lui era sul set di un film a Roma, ma non ricordo quale. Quando ascoltò il brano gli piacque molto e mi disse che l’avrebbe incisa volentieri! Dopo ci demmo un altro appuntamento, questa volta nella sua villa di Scauri. Dopodiché mi porto in un noto ristorante di Frosinone, al “bassetto”, soprannominato così per via del proprietario del ristorante Enrico Concutelli, di statura non elevata. Lui ci andava sempre con i suoi amici, anche perché gli aveva fatto fare delle particine in alcuni suoi film.

Lui che tipo era?

Davvero una bella persona, molto gioviale e scherzosa. In quel periodo che ci frequentammo era alla ribalta con la pubblicità del Caffè Lavazza. Mi raccontò che era andato da lui una persona inviata dalle altre marche di caffè che erano state penalizzate dalla sua pubblicità, che gli aveva detto “Le offro 150 milioni di lire per farle smettere di fare la pubblicità al caffè Lavazza”, perché faceva un danno a tutti gli altri concorrenti. Ma mi disse che aveva rifiutato…

Viveva prevalentemente a Roma vero?

Certo. Andai anche a casa sua, dove abitava con la moglie e la figlia. Mi racconto che per arrivare al primo piano si era fatto mettere un ascensore in casa! “Per anni ho fatto queste scale, ma non ne potevo più”. Poi mi mostrò nel suo foyer un enorme armadio pieno di pullover: aveva più di 40 Cardigan di Missoni, che ovviamente la ditta gli aveva regalato. Costavano almeno 300.000 lire l’uno. Un altro particolare divertente che ricordo fu il raccontò della moglie che ogni volta che partivano si portava dietro decine di abiti. “Quando arriviamo in albergo siamo costretti a spedire un baule carico, che arriva prima di noi” mi disse, tra il divertito e l’esasperato.

Gli piacevano le tue canzoni?

Si. Quando lo chiamai la prima volta mi fece anche sinceri complimenti per i miei brani, precisandomi che la sua preferita delle mie canzoni era Balliamo.

E poi con “Carnevale” com’è andata a finire?

Mi disse che era riuscito a trovare un accordo con la Rai che prevedeva la canzone come sigla d’apertura per un programma tv di quattro puntate. Precisò, poi, che tutte le canzoni le incideva in Do, cosa piuttosto singolare, e che quindi era certo di utilizzare per Carnevale quella tonalità. In effetti fu proprio così! Prenotai quindi, una sala d’incisione a Napoli per l’occasione.

Purtroppo però, la sera prima mi chiamò informandomi che la Rai per motivi indipendenti dalla propria volontà non avrebbe più potuto concedergli quella sigla. “Decidete voi cosa fare” mi disse, soggiungendo che sarebbe stato disposto comunque a venire a Napoli l’indomani mattina a inciderla. Allora telefonai a Braggi chiedendogli un parere sul da farsi ma alla fine decidemmo di non fare più l’incisione perché comunque sarebbe costata parecchio. Piero ed io ci rendemmo conto dopo qualche mese di aver sbagliato perché sarebbe stato bello avere sottomano la versione di Carnevale di Nino Manfredi da utilizzare in un prossimo futuro…

Dopo un po’ di tempo feci ascoltare la canzone a Lino Banfi che la apprezzò moltissimo al punto che volle apportare qualche modifica al testo. Insieme poi proponemmo la canzone a Dino Risi che la utilizzò nel film Il commissario Lo Gatto…

About Gianmarco Cilento

Collaboratore freelance per testate giornalistiche e Scrittore, mi occupo di Critica Cinematografica e Musicale. La mia prima pubblicazione "Peppino di Capri e i suoi Rockers" (Graus, Napoli, 2018) è stata ampiamente apprezzata da pubblico e critica

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