elvira spensierato

Lettere al Marsili: contro i rigurgiti sul 25 Aprile, “oggi e sempre resistenza!”

Il  tentativo dei fascisti ed ex fascisti nostrani di trasformare il 25 Aprile, la festa della Liberazione dai fascisti, appunto, in qualcos’altro, si rispetta puntualmente anche quest’anno.

http://adissmultiservice.it/

A  caricarsi di questo impegno gravoso, quanto inconcludente e sterile, sono stati in questi giorni Ignazio La Russa, peraltro pure ex Ministro della Difesa del quarto governo Berlusconi, nonché Giorgia Meloni, Santanché, Matteo Salvini ed altri esponenti di destra, che vorrebbero trasformare il 25 Aprile in  una giornata nel ricordo delle vittime di tutte le guerre e del corona virus di questi ultimi  tempi, invitando a cantare non “Bella Ciao”, ma la canzone del Piave.

La canzone “Bella  Ciao”, l’ascoltiamo, e non parla affatto di politica ma solo di Liberazione del Paese dall’invasore e l’invasore, in quel caso, erano i nazisti della Germania di allora, che avevano al loro servizio “i repubblichini fascisti  di Salò”.

La Russa, poi da ministro come ho accennato, come tutti i ministri di un governo, prima di assumere tali funzioni, ha prestato giuramento, secondo la formula rituale, indicata dall’art. 1, c.3 della legge n. 400 del 23 agosto 1988:  “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esecutivo della Nazione”.

Giuramento,  che a mio avviso rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe su tutti i cittadini ed in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali, in base all’art. 54 della stessa Costituzione, che non avremmo avuto di sicuro, se non ci fosse stato quel glorioso e indimenticabile 25 Aprile del 1945.

Se ne facciano quindi una ragione lui e gli altri camerati di fratelli d’Italia,  perché la nostra Costituzione su cui ha giurato, è prettamente antifascista.

Ciò detto, vorrei ricordare a costoro, che nel nostro paese, il 25 aprile del 45, si celebra l’anniversario della Liberazione sia dal fascismo, dopo circa 23 anni di spietata dittatura e sia dagli invasori tedeschi loro alleati.

E ricordare ancora a questi smemorati, il comunicato del Comitato di Liberazione nazionale dell’alta Italia, firmato dagli esponenti  della DC, PCI, PSI, del Partito Liberale e del Partito d’Azione, che decise la fucilazione di Mussolini, di quel Mussolini responsabile dichiarato della uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti, della incarcerazione e della morte di Antonio Gramsci, dell’uccisione del prete antifascista (don Giovanni Minzoni) figura simbolica del cattolicesimo italiano, del giovane intellettuale liberale torinese Piero Gobetti. Tutti fatti accaduti negli anni in cui il dittatore fascista assunse pieni poteri e lo sterminio di migliaia di oppositori, incarcerati, uccisi e di tanti partigiani impiccati ed esposti sugli alberi in diverse città e campagne italiane, nonché responsabili delle crudeli leggi razziali e della conseguente deportazione di migliaia di ebrei e minoranze etniche nei lager nazisti, in varie parti d’Europa.

Non ritengo superfluo, al riguardo, accennare, anzi da tenere sempre presente nella propria mente ogni giorno e di farla conoscere soprattutto alle future generazioni, una frase molto efficace di Piero Calamandrei, grande giurista fiorentino e membro della Assemblea Costituente, nel discorso che fece agli studenti milanesi nel 1955: la libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale, quando incomincia a  mancare, quando si sente quel senso di asfissia degli uomini della mia generazione hanno sentito per 20 anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire, a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigliare sempre, dando il proprio contributo alla vita politica.

La nostra, oggi, rispetto a quel difficile e travagliato  passato storico, è soltanto un’autolimitazione, ma forma di altruismo per salvare gli altri e noi stessi da un rischi di morte.

Ma certo,  che sta valendo, comunque, come una sorta di esperimento sociale che a tutti noi rende percepibile fisicamente la sofferenza procurata dalla libertà negata ed è giusto e naturale che ci portiamo dietro la voglia di difenderla a tuti i costi.

Sarà quest’anno il primo 25 aprile senza essere presente fisicamente nelle piazze per festeggiarlo.

Ma la celebrazione cosiddetta virtuale è destinata a segnare un importante passaggio di testimone: quello a una nuova generazione di uomini liberi, un nuovo popolo di ragazzi e ragazze, chiamati a coltivare questa eredità.

E allora non lo ricorderemo solo come il 25 Aprile della “pandemia”, ma come una data di ricostituzione e rinascita.

Buon 25 Aprile a tutte e a tutti noi, un 25 aprile resistente, oggi come non mai.

Viva, dunque, il 25 Aprile, viva l’Italia libera e democratica, gridando con  tutta  la forza che abbiamo in corpo.

“Ora e sempre resistenza ad ogni forma di fascismo”

 

Elvira Spensierato

About Redazione

Check Also

cosmo de matteis

Editoriale – Ritorno al passato (di Cosmo de Matteis)

Premetto che questo articolo è rivolto ai lettori che credono nella democrazia,  e sono liberi …

Rispondi