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Ovviamente, per giungere ad un provvedimento tanto estremo, ci saranno stati dei validi motivi, magari riguardanti lo “stile di vita” di una persona che, forse per via dei contatti intrattenuti nella sua routine, ha dato l’impressione di poter costituire un pericolo per se stessa e per gli altri.
Tuttavia occorre rendere noto che, dopo la pubblicazione della notizia relativa al provvedimento sanzionatorio cui è stato sottoposto un indigente, sorpreso in strada mentre chiacchierava con altri soggetti per via della consegna di una dolce donazione, effettuata da una pasticceria di Paola e consegnata dai volontari operanti per il COC comunale, lo stesso – dopo la multa da 280 € – è stato raggiunto da un’ordinanza “restrittiva” che lo costringerà a restare chiuso in casa per 14 giorni.
Il provvedimento, conseguito ad un parere medico offerto (il 29 Marzo) da un dottore dello Spoke Paola-Cetraro (dipartimento Prevenzione e Sanità), è stato emesso lo scorso 31 Marzo, data a partire dalla quale l’uomo è stato letteralmente confinato tra le mura della casa fatiscente in cui è “costretto” – suo malgrado – a risiedere.
La celerità nell’esecuzione di tale “diagnosi”, ha messo ovviamente in allarme le autorità locali, che – legge alla mano – non hanno potuto agire altrimenti se non con un’ordinanza di obbligo di dimora.
Comunque, di seguito, si propone un video che documenta lo stato dei luoghi dove il povero malcapitato (invalido all’80%) dovrà scontare la sua quarantena “obbligatoria”, ricordando che durante l’epidemia di colera che colpì l’Italia a partire dal 1835, i primi ad essere additati come “untori” furono proprio i disgraziati (a seguire arrivarono poi tutti gli altri, compreso un medico che cercava di curare le persone).
