mare sporco paola

Paola – Dopo la protesta, oggi affisse “locandine” contro il mare sporco

Correva l’anno 2006, l’Italia di Marcello Lippi si apprestava a diventare “Campione del Mondo” di calcio in Germania, quando l’allora presidente della giunta regionale calabrese – Agazio Loiero – prometteva un “mare da bere” per tutti.

adiss

Ebbene, da quella data sono ormai trascorsi 14 anni e nulla è diventato “bevibile”. Le coste della punta dello Stivale, benché invidiatissime per la loro bellezza e particolarità, continuano ad essere vilipese dai comportamenti di turisti, residenti e amministratori locali.

Come documentato solo qualche giorno fa a Torremezzo di Falconara Albanese, grazie alla denuncia di un Comitato sorto ad “hoc” per la tutela del patrimonio, sempre più spesso capita di incappare in giornate caratterizzate dalla totale impossibilità a fare un bagno nelle acque di questa porzione di Mediterraneo.

Basta uno scroscio di pioggia più forte e i depuratori vanno in tilt, perché vecchi e basati sull’astruso concetto che vede mischiarsi acque “bianche” e acque “nere” nel medesimo sito. Risultato: esondazioni di liquami che, senza altri sbocchi, sfociano a mare, colorando di marrone la superficie che – se si vuol vedere un turismo “felice” – dovrebbe essere sempre cristallina.

Se a questo si sommano gli sversamenti incontrollati di autospurgo, pozzi neri e tubature provenienti da abitazioni (generalmente abusive e condonate), nonché porcilaie, ovili e pollai sparsi lungo i fiumi che scendono dalle montagne, il quadro che ne consegue è desolante.

Lo sanno bene i residenti, gli operatori turistici e i gestori di stabilimenti balneari, sempre più spesso costretti ad allargare le braccia dinnanzi alle lamentele di chi, provenendo da fuori e stazionando per un breve periodo, inveisce a gran voce contro questo deprecabile fenomeno.

Proprio per evitare il ripetersi di un trend che prosegue ininterrotto ogni anno, diverse amministrazioni comunali (tra le quali Paola) hanno predisposto progetti – alcuni dei quali già approvati e finanziati – per potenziare o ricostruire i depuratori, opere che allo stato attuale sono però soltanto “sulla carta” e che, quindi non costituiscono alcun deterrente contro l’inzaccheramento del mare.

Per sollecitare ad un’azione risoluta in tempi brevi, proprio ieri a Paola è stata organizzata la “serrata” degli ombrelloni piantati nei lidi, iniziativa che fa seguito a quella di “salviamo il nostro mare” che – qualche anno fa – ha visto una catena umana di persone tenersi pacificamente per mano lungo un paio di chilometri di spiaggia. Come per l’altra iniziativa, anche questa di chiudere gli ombrelloni a mezzogiorno di domenica, ha visto la partecipazione di una sola struttura (organizzatrice), venendo pressoché ignorata dagli altri imprenditori.

Forse, per questa ragione, alle prime luci della giornata odierna, chiunque abbia avuto modo di passeggiare sul lungomare si è trovato dinnanzi ad una “campagna di comunicazione” affissa sui supporti che reggono il corrimano del più lungo camminamento cittadino. Una locandina – ripetuta in serie – recante una foto del mare sporco cui segue questa didascalia: “Paola merita di più – Difendiamo il nostro mare” (inviataci da nostri affezionati lettori).

Iniziative senz’altro valide che però, a fine agosto, rischiano di lasciare il tempo che trovano, soprattutto in virtù della sordità delle istituzioni, apparentemente più impegnate a perseguire i reati di contraffazione e vendita abusiva vicino alla riva.

About Vincenzo Marino

Italiano d'origine, irlandese di adozione, giramondo e narratore per scelta. Coltivo diversi interessi e presto molta attenzione a ciò che accade a casa mia, tra le pareti del mondo che condividiamo tutti.

Check Also

cosmo de matteis

Editoriale – Ritorno al passato (di Cosmo de Matteis)

Premetto che questo articolo è rivolto ai lettori che credono nella democrazia,  e sono liberi …

Rispondi