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Paola – Nella Villa Comunale sono state “stravolte” le stagioni

Su segnalazione autorevole di una delle personalità artistiche più produttive di Paola, quest’oggi è opportuno affrontare un argomento che, sebbene possa apparire “superfluo”, rende perfettamente il senso del clima di confusione vissuto in città.

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Mentre, com’è giusto che sia, l’attenzione dei più è rivolta alle manovre politiche che stanno prendendo corpo nel Sant’Agostino, anch’esse caratterizzate da un caos calmo che impedisce di capire se sia in atto un “rimpasto” o un “azzeramento” di giunta, dalle parti della Villa Comunale “Carlo Alberto Dalla Chiesa” (già “Villa Umberto I”) pare proprio che sia in corso uno stravolgimento delle stagioni.

Ovviamente non si tratta di questioni legate al meteo, perché su Paola – nonostante ciò che accade nel resto d’Italia – continua a splendere un bel sole estivo, bensì è una faccenda che riguarda l’Arte, generosamente donata per abbellire il posto con delle suggestive statue marmoree.

Percorrendo il polmoncino verde situato alla fine di Corso Roma, è impossibile non fare caso alle belle sculture poste lungo il cammino, modelli in pietra che riproducono figure femminili con tratti caratteristici che dovrebbero far comprendere a quale stagione dell’anno fanno riferimento.

Ebbene, tralasciando l’ordine con cui le stesse sono state posizionate sul percorso (“Primavera”, “Estate”, “Inverno” e “Autunno” se si scende, “Autunno”, “Inverno”, “Estate” e “Primavera” se invece si sale), ciò che colpisce l’attenzione sono le targhette esplicative applicate alla base dei manufatti.

Se per “Autunno” e “Inverno” non sussiste alcun problema, pare proprio che con “Estate” e “Primavera” siano sorte delle incomprensioni. Riconoscibilissime per alcuni tratti distintivi (su tutti l’uva nell’acconciatura di “Autunno”), le statue impersonanti “Primavera” e “Estate” sembrano posposte, con la confusa per l’altra malgrado il fascio di grano che “Estate” reca sul petto.

Forse, per ristabilire l’ordine delle cose, sarebbe opportuno un celere intervento, magari un po’ diverso rispetto a quello condotto nell’antro ricavato affianco alla scalinata “Nicolini” (Via Antica Cartiera), il cui ingresso è figlio di una demolizione condotta alla bell’e meglio senza troppi complimenti, o una “correzione” un tantino più curata di quella perpetrata alla fontana di Largo Sette Canali (con anforette sigillate “a cemento” sul tufo seicentesco).

Basterebbe davvero poco, magari cambiando soltanto le targhe senza spostare le sculture, per dare un esempio e fornire – finalmente – qualche riferimento giusto a cittadinanza e turisti, ultimamente in preda alle convulsioni di una confusione che sembra partire dall’alto e che, senz’altro, non costituisce un biglietto da visita “degno” della città.

FOTOGALLERY

La Primavera che pare Estate
L’Estate che pare Primavera

 

 

About Vincenzo Marino

Italiano d'origine, irlandese di adozione, giramondo e narratore per scelta. Coltivo diversi interessi e presto molta attenzione a ciò che accade a casa mia, tra le pareti del mondo che condividiamo tutti.

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