Paola: «Tante anomalie nella balneazione», RBC addita Perrotta&DiNatale

Nota diramata dal gruppo consiliare “Rete dei Beni Comuni” (RBC), rappresentato nell’aula Lo Giudice da Giuliana Cassano.

1 chilometro e 333 metri di costa paolana contaminati da escherichia coli e enterococchi intestinali. È quanto emerso dai dati ArpaCal già a marzo 2020. Una sola ordinanza emanata da marzo a settembre di limitazione di balneazione per il solo fiume Busento per un totale di 10 metri. E il resto? In tutto ciò né il Sindaco di Paola, né il consigliere comunale Di Natale in quanto delegato, si sono attivati per salvaguardare la salute dei bagnanti. La popolazione andava informata e le aree ben delimitate per evitare contaminazioni.

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Purtroppo il nostro gruppo politico è venuto a conoscenza della situazione solo nei giorni scorsi e da una prima analisi è emerso che l’autorità amministrativa non ha assunto al tempo alcun provvedimento necessario, urgente e indifferibile.

Stando a quanto riportato nel decreto dirigenziale della Regione Calabria sono ben 4, su un totale di 16, le acque di balneazione ricadenti nel comune di Paola classificate come “scarse” per la stagione balneare 2020. Nello specifico, tale provvedimento prevede, a norma dell’art. 8 del decreto legislativo 30 maggio 2008 n.116 l’adozione di un divieto permanente di balneazione per motivi igienico-sanitari, fino ad avvenuto risanamento e susseguente pubblicazione di un nuovo decreto riabilitativo (in realtà, considerata la situazione si è configurato un divieto di balneazione per tutta la stagione).

Altra novità è costituita dalla elevata contaminazione rilevata il 15 luglio 2020 sia sulla destra che sulla sinistra della foce del Torrente S. Francesco, corso d’acqua fino ad allora ritenuto, sempre sulla base dei dati ArpaCal, esente da inquinamento.

Causa: presenza di scarichi domestici abusivi? Presenza nel territorio a monte di scarichi di piccoli allevamenti di animali?

Come anticipato, non ci risultano ordinanze sindacali, previste dall’art. 5 del decreto in parola, che abbiano vietato la balneazione nelle 4 acque, se non la vetusta ordinanza del n. 29 del 14 luglio 2015 segnalata sul sito del Ministero della Salute, relativa all’acqua di balneazione a sud del canale di scolo del depuratore. Né tanto meno sono stati implementati dal Comune i prescritti (art. 8) sistemi di segnaletica per comunicare ai bagnanti il divieto di balneazione nelle acque classificate “scarse”.

Con tale classificazione, stando allo schema di valutazione adottato da ArpaCal, si intendono tutte le acque di balneazione che, per l’ultimo periodo di valutazione, hanno registrato valori percentili delle enumerazioni microbiologiche peggiori rispetto ai valori corrispondenti alla sottocategoria precedente “qualità sufficiente”.

Le acque classificate “scarse” sono situate nei pressi del Torrente S. Domenico (521 metri di spiaggia), a destra del canale Fiumarella per 180 metri di spiaggia (queste due spiagge, importantissime per posizione per l’immagine turistica, sono attigue e si prolungano fino al limite sud ex deposito ferroviario), a sud del canale depuratore (372 metri di spiaggia) e prospicenti Contrada Petraro (260 metri di spiaggia).

Totale 1333 metri di spiaggia su 9500 dell’intero tratto paolano, ossia il 14% di spiaggia interdetto alla balneazione nel 2020 (e sottaciuto!).

Ancora una volta questa amministrazione mette in evidenza la propria inadeguatezza ad amministrare la nostra comunità, mettendo seriamente a rischio la salute di tutti noi.

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