Il comitato “Salviamo Cozzo Cervello”, nato in concomitanza alla ratificata intenzione di tagliare i faggi che ne costituiscono il bosco, insorge contro l’amministrazione comunale di Paola, che proprio di recente – con atto dirigenziale dell’Ufficio Tecnico – ha modificato i parametri d’approccio all’opera che, a quanto pare, sarà comunque condotta in montagna.
Dalle parti del Sant’Agostino, in data 2 settembre 2020, il dirigente settoriale ing. Fabio Iaccino, ha vergato una determinazione dal titolo: “Redazione variante progetto di taglio lotto boschivo, foglio 2, p.lla 2p, in agro e di proprietà del comune di Paola”; un documento nel quale è sancita «la rimodulazione del progetto di taglio del lotto boschivo identificato al foglio 2, p.lla 2p, stralciando l’area interessata dal sentiero “Il Cammino di San Francesco di Paola” e completo di calcolo della massa legnosa e relativa valutazione economica».
Malgrado possa trasparire l’intenzione di “evitare” polemiche con coloro che, nel corso dell’ultimo periodo, si sono sollevati a difesa del percorso compiuto dai trekkers che ripercorrono le orme del Taumaturgo, i componenti del Comitato “Salviamo Cozzo Cervello” hanno comunque tuonato contro la decisione, perché – a loro parere – emerge prepotente l’intenzione di portare avanti un iter che comunque costerà l’abbattimento di quasi 2mila alberi.
A quanto pare il livello dello scontro si è ora spostato sulla determinazione in sé, che la maggioranza al governo della città ha comunque assunto con la voglia di portarla a compimento.
Per questa ragione, dalla propria pagina ufficiale aperta su Facebook, il Comitato si è così espresso: «Senza mezzi termini, l’amministrazione comunale di Paola ha mentito! A distanza di quasi un anno dalle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco ai microfoni di Rai 3, il Comune di Paola ha deciso che Cozzo Cervello dovrà essere disboscato. Questo taglio, chissà perché, “s’ha da fare”. Oltre 2.000 alberi saranno rasi al suolo, di cui buona parte andrà ad alimentare quelle centrali a biomasse che, complici gli incentivi pubblici, stanno generando un’economia del legno tutto fuorché sostenibile e i cui effetti sono già fin troppo visibili nelle martoriate montagne calabresi. Un danno incalcolabile per l’ambiente e per la salute delle persone, oltre che una mossa pressoché inutile e senza valore aggiunto alcuno dal punto di vista delle finanze comunali. Cozzo Cervello, così come il resto delle nostre montagne, negli anni ’50 è stato oggetto di un finanziamento da parte della Cassa per il Mezzogiorno per la riforestazione. Una barriera naturale di alberi per prevenire il dissesto idrogeologico, frane e smottamenti in grado di mettere seriamente in pericolo la vita dei cittadini. Occorre fermarli finchè siamo in tempo. L’amministrazione comunale non distruggerà Cozzo Cervello!».
Una posizione perentoria che, sicuramente, costituirà argomento di discussione tanto nella cittadinanza, quanto nella politica, con gli avversari dell’attuale assetto amministrativo pronti a dar battaglia per rendere questo già caldo autunno ancora più rovente.