Paola – Ma cosa succede? Cosa diavolo è stato installato a 7 Canali?

Non ci sono parole per qualificare “la cosa” che, ritratta in fotografia, è stata condivisa in rete dal movimento politico-culturale “Rete dei Beni Comuni” (RBC). Nell’immagine si riconosce chiaramente la vasca più grande della fontana di Sette Canali, nel centro storico, con accanto una struttura di difficile interpretazione, sorta presumibilmente per agevolare il passaggio delle persone con disabilità.

Una specie di rampa, con tanto di corrimano, uno dei quali sembra sprofondare nel tufo del prezioso manufatto che gli è accanto, intarsiato secoli fa da mani antenate a tutta la cittadinanza.

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Del valore di tutta l’area su cui sorge il celebre slargo, dà misura la presenza del Palazzo dei Gesuiti (ex sede comunale), della Chiesa del Rosario e di quella di San Giacomo, tutte bellezze affacciate su Corso Garibaldi, la spina dorsale su cui si regge Paola “vecchia”.

Ora, dopo una miriade di articoli volti a stigmatizzare le carenze progettuali insite nell’opera di coloro che hanno preceduto l’attuale amministrazione comunale, tutti protesi alla tutela delle fasce più deboli (alle quali è tuttora difficoltosa la fruizione della zona), pare davvero grottesco dover prendere atto di un intervento a loro rivolto che, quasi sicuramente, risulta deturpante rispetto al bene culturale su cui è stato condotto.

Prossimamente oggetto di sicure interrogazioni, la rampa in questione non sembra rispettare i canoni stilistici necessari in questi casi, anzi appare piuttosto rozza e deturpante, il ché – nonostante il probabile fine nobile per il quale ha preso consistenza – la rende indigeribile.

Nel recente passato è stata molto apprezzata la soluzione trovata con la versione rimovibile del montascale meccanico, un dispositivo che si potrebbe installare definitivamente a seconda di quelli che sono i modelli compatibili al contesto.

Al momento si è preferita la via “sbrigativa”, tanto simile a quella che ha fatto aprire un antro nei pressi di largo San Domenico (sotto la zona dello storico Mulino) e quasi identica alla procedura che ha portato alla costruzione di una sopraelevata in ferro e cemento pochi metri più sopra. Una modalità che in passato era già stata di moda, con alterne fortune (si pensi ad esempio all’incrocio sotto al Santuario di San Francesco, che per un pelo non è entrato nelle case popolari ed è tuttora sprovvisto di un sicuro attraversamento pedonale).

Un lavoro che comunque è stato condotto nella sordina di una “zona rossa”, con tutti i cittadini chiusi in casa, una procedura compatibile a quella cristallizzata nel detto «lavur’ì notte, vrigogn’ì juornu» (i lavori fatti nottetempo sono la vergogna del giorno dopo).

Di seguito la reazione di RBC alla “nuova” rampa che correda Largo 7 Canali.

«Ci eravamo imposti due giorni di silenzio (ieri e oggi) a causa della tragica e prematura scomparsa di un nostro amico. Ci dispiace ma ci sentiamo in dovere di intervenire a seguito delle segnalazioni inviateci da numerosi utenti. Questa volta l’amministrazione Perrotta-Di Natale si è davvero superata. Installare una passerella disabili di fronte la seicentesca fontana dei Sette Canali è un affronto alla storia e alle radici di Paola. Con il dovuto rispetto per i diversamente abili, ma possibile che prima di un intervento di questo tipo nessun tecnico è riuscito ad individuare una soluzione in grado di soddisfare le varie esigenze?!

Già c’è stato il precedente di quando Di Natale aveva colorato d’azzurro la fontana di Piazza del Popolo, poi Perrotta che ha disseminato la città di “cantari e pisciaturu”, ora questo!

Non si può calpestare così l’arte e la memoria. Ci auguriamo che si tratti di un’installazione provvisoria, altrimenti chiediamo che venga immediatamente collocata in altro luogo. Siamo per la rimozione di qualsiasi barriera, comprese quelle che limitano l’operato dei nostri amministratori. Il caso sarà segnalato alle autorità competenti!

Ed ora, col vostro permesso, torniamo al nostro silenzio».

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