Il consigliere regionale Graziano Di Natale, segretario questore uscente di Palazzo Campanella, resta attivo sul fronte sanitario calabrese, controllando e denunciando le inadempienze registrate soprattutto nella fase emergenziale in corso, nella quale è venuto a galla un sistema di gestione inadeguato e a tratti imbarazzante.
Nel quadro delle inefficienze su cui intervenire immediatamente, l’avvocato paolano ha inserito quello riguardante la comunicazione degli esiti relativi ai tamponi effettuati sul territorio, un ambito nel quale l’Asp non sta dimostrando particolare tempestività.
Lamentato da più parti, comprese quelle che si occupano di riportare notizie attendibili, questo tasto dolente rappresenta il cruccio primario di tanti calabresi, alle prese con un lockdown regionale che ormai ha assunto i tratti della tragedia farsesca.
Pertanto, nella sua veste di referente politico di caratura (anche) provinciale – è consigliere nell’ente presieduto da Franco Iacucci di Aiello Calabro – Graziano Di Natale ha denunciato quest’oggi la situazione vissuta da una bambina disabile, costretta in casa a causa dell’esito di un tampone che non arriva dal 29 ottobre.
Così l’avvocato paolano su Facebook: «Ieri sera tardi, ai ragazzi che collaborano nella mia attività, fanno recapitare il grido di disperazione di un papà per la sua piccola figlia disabile chiusa in casa, in attesa del risultato del tampone, dal 29 ottobre. Una bambina con disabilità cognitive, senza terapia, senza possibilità di socializzare per tutto questo tempo isolata in casa e senza contatti. Chiedo ai miei di rintracciare il papà e di farsi spiegare ciò che sta accadendo. Il papà riferisce che, ad oggi, non si hanno notizie del tampone non sapendo se sia a Cosenza o smistato altrove. I numeri sono perennemente occupati e quando si riescono a mettere in contatto con l’USCA la risposta è sempre la stessa; “Il Tampone non c’è provate fra un paio di giorni”. Ora io dico – è il quesito che pone Di Natale –questo può essere mai un paese civile? Stamattina al lavoro verso Cosenza perché questa triste storia possa finire ma soprattutto perché, questa piccola, non può essere lasciata sola. VERGOGNA come calabrese io mi ribello a questo andazzo. Aiutatemi a diffondere, alziamo la testa. Siamo calabresi, quelli onesti però!»