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Paola – «Non si finisce mai di stupirsi». Opposizione “caustica” in Consiglio

Dall’ultima adunanza del Consiglio Comunale di Paola, è venuta fuori una nuova immagine della minoranza, apparentemente più coesa nel ruolo di “opposizione”, quasi unanime nel bocciare il deliberato consiliare, comunque poi passato “a maggioranza”. Quasi unanime perché, tra tutti i voti contrari espressi, c’è stata l’astensione di Totonno Logatto su un singolo punto, sintomo che rende precario l’equilibrio raggiunto. “Progetto Democratico”, “Insieme guardiamo al futuro” e “Rete dei Beni Comuni” ad un’unica voce, si sono espressi negativamente su ciò che l’amministrazione guidata da Roberto Perrotta ha presentato alla loro attenzione: “Ratifica variazione di bilancio approvato con delibera della giunta comunale n. 144 del 21.10.2020”, “Assestamento generale di bilancio 2020/2022 e verifica salvaguardia degli equilibri ai sensi degli artt. 175 comma 8 e 193 del Dlvo 267/2000” (astenuto Logatto) e, infine, “Riconoscimento di legittimità debiti fuori bilancio, art. 194, comma 1 lett. a) Dlvo 267/2000”.

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Ma se dalla parte ormai nota come “falbiana”, s’è assistito al consueto lancio di freccette con cui, Anna Anselmucci, generalmente “appunta” le sue considerazioni sulle questioni tecnico-finanziarie, è stato dalle sponde “togate” di Francesco Giglio e Basilio Ferrari che sono arrivate le bordate più impegnative per la corazzata a trazione Perrotta, con traiettorie pennellate in punta di “diritto” che, considerate le reazioni di Pino D’Andrea, Francesco Aloia, Josè Grupillo e Graziano Di Natale, hanno smosso profondamente il tenore del dibattito.

Collega ad entrambi, Di Natale c’è andato giù duro in special modo con Giglio, reo d’essere un esordiente troppo promettente: «perché al primo Consiglio, il consigliere Giglio sa più di quanto io possa mai sapere in cinque anni, dieci, quindici, da quando sono qui in Consiglio Comunale. Me ne compiaccio. Sicuramente sono, diciamo, convinto che i suoi scritti, che deposita alla presidenza del Consiglio Comunale, siano tutti farina del suo sacco. Perché prima ha studiato, ancor prima di diventare consigliere comunale ha avuto la possibilità di accedere agli atti, prima ancora di fare il consigliere comunale». Una girandola di affermazioni che sembrano non voler riconoscere alcun merito al destinatario delle invettive, sarcasticamente considerato per la sua troppa preparazione. Una sorta d’atto di “nonnismo” tra consiglieri comunali, non si sa quanto comprensibile (data l’atmosfera di “sorpresa” sorta con il nuovo entrato Rbc).

Ma per un avvocato che ha stizzito la controparte, ce n’è stato un altro che è tornato a rivolgere attacchi al suo rivale di sempre, un ulteriore avvocato (però socialista) rimasto imbattuto ai confronti diretti – l’unica sconfitta “perrottiana” porta il nome di un altro candidato a sindaco.

Basilio Ferrari, dopo quell’inedita “solidarietà” espressa a Roberto Perrotta al primo Consiglio “post Tonino Cassano vicesindaco”, è tornato a gestire il suo ruolo consiliare con la stoffa che, nel 2012, gli valse il favore della cittadinanza, parlando con fermezza e linearità. Esemplare il passaggio sulla natura “politica” di scelte che la maggioranza avrebbe voluto far passare per “tecniche”, semplicemente facendole esporre ai responsabili settoriali o alla segretaria comunale. «Non ho mai sentito un segretario comunale proporre l’approvazione del bilancio, dell’assestamento o comunque di uno strumento finanziario. Siamo assolutamente fuori dalle righe, signor Segretario, questa è una proposta politica. Ha ragione il consigliere Giglio: già il caposettore è “borderline” che la possa presentare; che ne acquisti la paternità il Segretario Comunale, che è anche il “mio” Segretario Comunale […] La manovra finanziaria proposta dal Segretario Generale… se non mi posso confrontare con il caposettore, ci si figuri se io mi posso confrontare “politicamente” con il Segretario Comunale, che è garante della legittimità del Consiglio. Siamo proprio nella novità assoluta. Ma è vero che non si finisce mai di stupirsi».

E nello “stupore” di una staticità improvvisamente interrotta, figlia anche del lungo lockdown e conseguenti provvedimenti, il Consiglio Comunale s’è ravvivato con un’opposizione tornata piccante. Dopo il lungo letargo seguito alla primissima adunanza, quella dell’insediamento dell’attuale amministrazione, per la minoranza si preannuncia un periodo frizzante, col primo appuntamento fissato, presumibilmente, prima della fine dell’anno, con discussioni su tematiche roventi come quelle inerenti le “coperture finanziarie” su recenti scelte operate in vari ambiti.

Argomenti che senz’altro riscalderanno il clima in vista dell’anno nuovo e delle prossime elezioni regionali.

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