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Paola – «Ti metto sotto le pietre»: fratelli a giudizio per molestie a ragazzina

È una storia che coinvolge in prima persona una ragazzina quella che, a partire dal 7 Aprile prossimo, prenderà consistenza “penale” in un’aula del Tribunale di Paola, dove la Giudice Sara Cominato sarà chiamata ad esprimersi sui comportamenti che hanno portato sorella e fratello sul banco degli imputati.

Difesi dall’avvocato Giuseppe Bruno, L.A.C. (di 28 anni) e suo fratello F.D.C. (20 anni), sono stati considerati “processabili” per la serie di atti, molti dei quali di stampo “molesto” o – peggio – “intimidatorio”, compiuti nei confronti di una ragazzina di Paola.

All’esito delle indagini svolte dai Carabinieri, la Giudice Rosamaria Mesiti non ha rilevato l’esistenza degli «estremi per una sentenza di non luogo a procedere, non ravvisandosi alcuna delle cause di immediato proscioglimento», perché troppo significativi sono stati i riscontri forniti ai magistrati che, già ad Ottobre scorso, su richiesta della Procura della Repubblica di Paola, avevano spiccato – nei confronti dei due imputati – un divieto di avvicinamento alla parte offesa, imponendo una distanza minima di sicurezza di 100 metri.

Tanti gli episodi documentati da chi ha condotto le indagini, cristallizzati in accuse verbalizzate, che documentano come, in plurime occasioni, i due alla sbarra si siano rivolti alla malcapitata oggetto delle loro ingiurie con frasi del tipo: «ti squarto la (omissis), lesbica di merda»; «ti ammazzo lesbica»; «ti metto sotto le pietre»; «ancora non l’hai capito, lesbica di merda?», alludendo che l’avrebbero bruciata viva.

Inoltre, sempre dopo un’accorta attività di indagine, dall’impianto accusatorio è emerso che i due «transitando a bordo dell’autovettura più volte innanzi alla parte offesa, fermando la marcia del veicolo e contestualmente minacciandola dicendo: “ti metto sotto le pietre”; cagionavano (alla ragazzina, ndr) “un perdurante e grave stato di paura, nonché fondato timore per la propria incolumità al punto di costringere la stessa ad alterare le sue abitudini di vita, limitando le uscite dalla propria abitazione».

Dal 7 Aprile prossimo sarà possibile conoscere nei dettagli l’intera vicenda, con gli imputati che potranno dare spiegazioni in merito alle accuse mosse dagli inquirenti.

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