«Il servizio 118, nell’area del tirreno – cosentino, è al collasso!».
Con queste parole, il Dr. Cosmo De Matteis, ha stigmatizzato quanto accade ad un servizio nevralgico per la popolazione e per coloro che prestano la propria opera per renderlo efficace.
A caratterizzare negativamente l’attualità, per lo stimato camice bianco, presidente nazionale emerito del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), c’è:«la carenza, ormai cronica, di medici. Quelli in servizio sono costretti ad effettuare turni massacranti, pur di garantire il servizio.
Spesso le postazioni di emergenza sanitaria territoriale (PET) rimangono senza medici, e si è costretti a far uscire le ambulanza, anche sui codici rossi, senza medico.
Una storia a se, è la PET di Scalea, che anche per la carenza di autisti e di infermieri, in alcuni giorni rimane chiusa.
Questo è sicuramente il frutto di una cattiva organizzazione e gestione della sanità calabrese.
Ai medici del 118, non vengono riconosciuti alcuni diritti fondamentali, quali la malattia, una pensione adeguata e uno stipendio decente.
È intuitivo che chi può scappa, lascia il servizio, determinando questa situazione di difficoltà e disagio, soprattutto per gli utenti che non hanno le giuste risposte ai loro bisogni!
Oltre al danno anche la beffa: ultimamente gli operatori del servizio 118 del tirreno cosentino sono stati esclusi da un monitoraggio del dosaggio anticorpale anti- covid 19, poste vaccinale.
I famosi eroi ancora una volta sono stati dimenticati, come se fossero degli invisibili!
Ormai chi purtroppo si ammala in Calabria deve sperare di avere il tempo di essere portato altrove.
Il personale medico giovane va in altri Stati.
Ai medici di medicina generale morti per covid non è stata riconusciuta alcuna indennità.
Continua la vergognosa campagna pubblicitaria di uffici legali che invitano a denunciare i medici per presunta mala sanità.
Con quale stato d animo si pone il chirurgo in casi complessi?
Ormai è evidente chi non ha soldi o assicurazione privata sicuramente non avrà cure adeguate e tempestive.
Questa è la triste realtà, il resto sono solo slogan».
Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca la considerazione del Dr. Roberto Pititto, Segretario regionale dello Smi: «Ormai chiamare il 118 e ottenere una ambulanza con il medico è una lotteria.
Si potrebbe dire, con una punta di ironia, che anche la fortuna dell’emergenza ha gli occhi bendati.
Ma se pensiamo che il premio della lotteria è vivere, ed il mancato premio è morire, ti passa la voglia di ironizzare.
Eppure il 118 è la drammatica punta di un iceberg fatto di ospedali spopolato di medici (grazie a Dio gli amministrativi ci sono), di reperibilità notturne e festive che non ci sono più anche per specializzazioni ricche di emergenze, di pronto soccorsi in balia dell’incazzato di turno (che ha quasi sempre ragione ad incazzarsi e sbaglia solo l’oggetto della sua ira).
Il sistema non è sul punto di collassare, è già collassato, e ,senza essere ottimista, ma realista, credo che il danno sia irreversibile.
L’approdo al privato, in tali condizioni di degrado sarà visto come una liberazione da tutti. Tranne ovviamente da chi non potrà permetterselo».