la rete di san francesco di paola saragò

Paola – Il Governo buca la “rete santa”. La Saragò ricorre al Tar del Lazio

Paola, Corigliano-Rossano, Spezzano della Sila e Paterno Calabro, quattro comuni, una visione: “La rete di San Francesco di Paola e i percorsi della fede”. Un progetto ambizioso, circoscritto a quattro realtà che, in ambito provinciale, hanno caratterizzato la vita del Taumaturgo paolano.

Stendendo una “rete” tra questi quattro punti di mappa, i professionisti e gli amministratori locali coinvolti nella stesura dell’idea, sotto lo sguardo benedicente dell’Ordine dei Minimi, hanno immaginato infrastrutture e servizi, nuove modalità di trasporto e collegamenti diretti, capaci di trasformare in realtà un’offerta territoriale integrata e al passo coi tempi.

Per dirla nei termini del Ministero delle Infrastrutture: «Migliorare l’accessibilità e l’attrattività di siti di interesse turistico di particolare pregio storico e culturali».

Presentato anche nella Sala Conferenze del Senato, grazie all’interessamento della “renziana” Gelsomina Vono, il progetto – sin dal principio – presentava il tratto dell’ammissione “con riserva”, per un finanziamento ministeriale prossimo ai 17milioni di euro.

Nella sua qualità di “capofila”, il comune di Paola ha visto l’impegno costante del sindaco Roberto Perrotta e della sua vice, Marianna Saragò, la quale, lavorando in sinergia con i colleghi amministratori e i tecnici incaricati, ha impresso notevole impulso affinché si potesse ottenere un risultato positivo.

Purtroppo però, a quanto pare, nonostante la pompa magna della conferenza romana e malgrado le aspettative riposte in un buon esito, la procedura decisionale del Ministero – al momento – sembra propendere per la bocciatura di questa “rete santa”, sia sul fronte del «potenziamento e riqualificazione della dotazione materiale e immateriale trasportistica», per un importo di quasi 10milioni e mezzo di euro, che su quello del «miglioramento e sostenibilità della mobilità interna ed esterna alle aree di attrazione», per cui sono stati chiesti quasi 6milioni e mezzo di euro.

Ciò lo si evince dalla “Deliberazione della Giunta Comunale” n.122 dello scorso 16 Luglio (disponibile a questo link), laddove la stessa Saragò, nella sua qualità di delegata al “Contenzioso”, propone l’individuazione di un avvocato difensore per tutelare gli interessi dell’Ente nel ricorso avverso il “provvedimento dirigenziale prot. n. 9269 del 25.5.2021 del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili”.

A quanto pare, lo scorso 25 Maggio, nelle sedi capitoline dove si valutano le proposte per queste linee di finanziamento, è stato deciso che Paola, Corigliano-Rossano, Spezzano della Sila e Paterno Calabro, non possono beneficare delle somme richieste, «per la saturazione delle risorse finanziarie disponibili». In altri termini, “sono finiti i soldi” per questo tipo di operazioni.

Ovvio quindi lo sgomento da parte dell’amministratrice che, più di ogni altro, ha puntato su questa iniziativa, mettendoci gran parte del proprio per una riuscita che fosse in grado di dimostrarne le capacità, con meriti da condividere insieme al gruppo di supporto e con il sindaco, sempre accanto durante i vari passaggi. Pertanto, Marianna Saragò, nella sua veste manageriale pubblica, adesso ha promosso un ricorso contro il Ministero, magari per rivedere l’iniziale punteggio attribuito al quartetto con Paola “capofila”, fermo a 63 e distaccato dalla parte di classifica con progetti ammessi “senza” riserve.

«Ritenuto che sussistono validi motivi per promuovere ricorso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per la Regione Lazio, sede di Roma – è il pensiero impresso dalla vicesindaco Marianna Saragò nella delibera di giunta – contro il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili […] per l’annullamento del provvedimento dirigenziale prot. n. 9269 del 25.5.2021, […] relativo al PAC “Infrastrutture e Reti” 2014-2020 – Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte a valere sull’asse C “Accessibilità turistica”, nella parte in cui risultano attribuiti al progetto presentato dal Comune di Paola, capofila dell’ATS in formazione con i Comuni di Corigliano-Rossano, Paterno Calabro e Spezzano della Sila, n. 63 punti complessivi, ponendolo di conseguenza tra i progetti ammissibili ma non finanziabili per la saturazione delle risorse finanziarie disponibili».

A questo punto, probabilmente, sono ovvi gli “auguri” per l’impresa. Ci sono quasi 17milioni di motivi per auspicare il meglio (anche se bisognerà sfidare i Draghi).

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