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Paola – “La pelle dell’orso, un assegnone, un porto e la soldanella”

Un “assegnone” da 20 milioni di euro è quello che stamane, nella sala del Consiglio Comunale di Paola, l’Assessore Regionale Fausto Orsomarso ha “staccato” in favore della Città, consegnandolo nelle mani del Sindaco Roberto Perrotta e di gran parte della giunta e dell’assise stessa (per l’occasione rappresentata da esponenti “bipartisan”, data la presenza di Maria Pia Serranò e Antonio Lo Gatto).

Di fronte ai giornalisti convocati per la conferenza stampa, il membro esecutivo della giunta che fu prima della Santelli e oggigiorno di Spirlì, ha rivendicato la bontà dell’azione condotta sul fronte proprio del suo mandato, inizialmente teso a recuperare terreno sul fronte turistico e poi, a causa dell’emergenza covid, bruscamente virato sulle politiche del lavoro. Al culmine dell’esperienza amministrativa, a poco più di due mesi dalle elezioni, il prossimo candidato al Consiglio Regionale per Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso, ha tracciato il quadro entro il quale è proiettata l’idea di una “Calabria Meravigliosa”.

Nel contesto di una Regione così fantasiosamente stupenda, non poteva mancare la realizzazione del Porto di Paola, fiore all’occhiello di una costa che, nelle immediate vicinanze, ha già un vicino e primitivo attracco in quel di San Lucido a sud, e una più articolata struttura degna del nome “porto” in quel di Cetraro a nord.

Però quello di Paola, a quanto pare, sarà più bello, perché i soldi per realizzarlo saranno in parte messi dalla Regione – per conto della quale agirà il Comune di Paola – e in parte da un privato che, secondo quanto detto stamattina, potrebbe arrivare ad impegnarsi per 31 milioni di euro.

Se ai venti già preventivati dalla Giunta Sprilì, nella delibera che presto sarà al vaglio del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), si aggiungono gli eventuali trentuno del privato (in sala, nominato dal sindaco, era presente Antonino Nigro, già presidente della “Marina di San Francesco di Paola”, società che in passato era sorta proprio per realizzare il porto), la somma con cui parte l’impresa è da capogiro.

Cinquantuno milioni di euro, soldi che solo ai millennials non verrà spontaneo tradurre in cento miliardi delle vecchie lire. Una cifra enorme per una realtà come quella che si vive a queste latitudini.

Ciò mi convince che, effettivamente, la mancanza di un porto a Paola, nell’immagine fluttuante della “Calabria Meravigliosa” di Orsomarso, rappresenta un intollerabile neo. Perché tutto il resto va bene.

Vanno bene le Terme Luigiane, vanno benissimo le stabilizzazioni dei tirocinanti e le alghe fioriscono che è una meraviglia.

Siccome non vivo nella “Calabria Meravigliosa” rappresentata dal marchio che Orsomarso ha spiegato richiamare la “Soldanella calabrella” – primula esclusiva della Calabria (che, stilizzata nel logo presentato a Milano, può indurre interpretazioni diverse) – siccome vivo nella “Calabria” di cui Orsomarso è Assessore al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo, mi chiedo davvero se sia necessario puntare così tante risorse su un’infrastruttura di cui si favoleggia – come ha rimarcato Riccardo Ferrari nel suo intervento – dal 1860.

La soldanella calabrella stilizzata nel marchio “Calabria Straordinaria” presentato da Orsomarso a Milano

Per quanto le risorse possano apparire “illimitate”, attingere dal gruzzolone dei 290 milioni di euro spettanti alla Calabria per ripresa e resilienza, la “modica” sommetta di 20 milioni, per destinarla ad un’opera il cui impatto ambientale è ancora tutto da verificare, sembra più che altro una scommessa.

Con lavoratori rimasti senza prospettive, con ragazzi privi della stabilità necessaria a gettare radici, ritengo che la Calabria avesse altri fronti su cui investire per vedersi un domani “Meravigliosa”.

Però si è preferito puntare sul Porto, un’infrastruttura che incide fortemente sul territorio, sia dal punto di vista dell’ecosistema, sia dal punto di vista sociale, con nuove opportunità ma anche nuovi pericoli, dinnanzi ai quali è altamente improbabile che la cittadinanza possa farsi trovare “preparata”.

Un azzardo che la commozione durante la consegna di un assegnone potrebbe non bastare a coprire, perché la cifra stanziata avrà consistenza solo e soltanto dopo il pronunciamento del CIPESS.

Politicamente, ho imparato che la “pelle dell’orso” si annuncia una volta che la si è portata a casa, mai prima. Alle parole devono seguire fatti: i miei parlano di un ex amministratore e attivista da sempre contrario al porto; i vostri, qualora prendessero consistenza, mi auguro che siano ispirati da una visione che possa farmi ricredere.

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