Nota del movimento consiliare “Rete dei Beni Comuni”, rappresentato nell’aula “Lo Giudice” dal capogruppo Francesco Giglio.
Quello che stupisce non è tanto il non aver ottenuto un finanziamento di complessivi 17 milioni di euro, quanto tutta la pubblicità fatta prima da parte di parlamentari, assessori regionali e politici comunali.
La “Rete di San Francesco di Paola e i percorsi della fede” era un progetto maturato all’interno del Programma di Azione e Coesione “Infrastrutture e Reti” 2014-2020, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.
La città di Paola era stata designata capofila dell’ATS composta dai comuni di Corigliano-Rossano, Paterno Calabro e Spezzano della Sila.
In merito alla linea di Azione 2, il progetto è arrivato al ventiseiesimo posto, mentre per quanto riguarda l’Azione 3, la rete di Comuni si è aggiudicata un trentaquattresimo posto in graduatoria, pertanto dichiarato ammissibile ma non finanziabile per mancanza di fondi.
Certamente una notizia di cui non andare fieri come cittadini. Ma tanto è.
Oltretutto al mancato finanziamento potrebbero aggiungersi spese aggiuntive, vista la decisione dell’amministrazione Perrotta di ricorrere presso il TAR del Lazio nei confronti del Ministero per l’annullamento del provvedimento. Un estremo tentativo che, per come riportato nella delibera di individuazione dell’avvocato, oltre a contestare le graduatorie definitive, dovrebbe andare ad annullare e riformulare i verbali delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia per l’attribuzione dei punteggi “relativi alla valutazione di coerenza dei progetti con il quadro programmatico regionale”. In altre parole, si dovrebbe andare a sindacare anche sulla valutazione rilasciata dalla stessa Regione Calabria che soltanto lo scorso 8 febbraio, unitamente all’amministrazione di Paola e agli altri comuni interessati, ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il progetto in questione. Visto l’esito, pare ovvio, che siano stati ritenuti più meritevoli diversi altri Comuni calabresi rispetto al nostro.
Una valutazione che certamente sarà stata presa dopo attenta discussione tra i vari Enti pubblici interessati.
Programmare significa innanzitutto conoscere il territorio di appartenenza, quello che offre e le opportunità di sviluppo. Negli anni abbiamo visto nascere e crescere diversi “Cammini”, frutto dell’intenso e operoso lavoro di cittadini che per primi hanno colto il potenziale di una nuova area di espansione turistica. Occorre lavorare per promuovere queste iniziative, coinvolgendo tutte quelle associazioni alle quali va riconosciuto il merito di essere state le prime ad intuire la necessità di fare rete, di unire diversi Comuni, per rilanciare un’offerta di accoglienza e attrattiva all’avanguardia. La Regione, in particolare, non ha saputo dare pari importanza ai vari Cammini creatisi in questi anni. Mentre il Comune di Paola è da tempo assente.
Probabilmente avremmo potuto ottenere un punteggio sufficiente per l’ottenimento del finanziamento, coinvolgendo proprio queste associazioni che, al contrario – come noi – sono state mere spettatrici di questo spettacolo della politica.
È nostra intenzione, in qualità di gruppo consiliare e rappresentanti delle Istituzioni, avviare e riprendere un dialogo sempre più costante con gli organismi di volontariato, lontano dai riflettori, in modo tale da programmare insieme ogni iniziativa necessaria per il rilancio del territorio. Tra qualche mese si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale e del Sindaco, per questo l’apporto che ogni associazione, singolo cittadino, comitato, si sentirà in dovere di dare, sarà fondamentale per generare un autentico e reale cambiamento nella Città di Paola.