Di seguito una riflessione di Roberto Patitucci, giovane tra i più attivi sul panorama politico paolano, sempre attento ai fenomeni che interessano la Città, ha più volte denunciato contraddizioni e storture dell’attualità, proponendo soluzioni e chiavi di lettura che, come nel caso odierno, potrebbero rappresentare un punto di ri-partenza.
Ogni anno stesso luogo, stesso metodo, stesso sfregio
Penso sia giunto il momento di prendere seri e urgenti provvedimenti, non possiamo ogni anno assistere inermi al deturpamento del nostro patrimonio storico naturale, non possiamo ogni anno guardare impotenti alla devastazione di quel nostro Paesaggio che tanti tra mare e montagna ci invidiano.
Proteggere le nostre montagne da tagli abusivi e incendi è un dovere civico quanto istituzionale!
Abbiamo il sacrosanto DOVERE di impegnarci una volta per tutte e non con le solite belle parole, avviando l’iter burocratico per definire coi fatti “area protetta” la nostra catena montuosa che comprende le aree del Santuario San Francesco di Paola, Cozzo Cervello, Valle della Noce, Serra e Serra Castagna, Giovanniello Scaglione, Gemarco, Timpa del Greco Torre del Fago, Cozzo del Gallo, Valle dell’Onta, Cozzo Mattia, Cozzo Siviero Parisani, Riverano Arciprete, Valle Ceraselle, Riverano, Vallone Mirabello Arciprete, Ceraselle, Santo Pietro.
Dopo gli incendi di questa notte (la riflessione è concomitante all’incendio della notte di San Lorenzo, ndr) ciò che ne rimane delle nostre montagne è una landa carbonizzata; Bisogna promuovere il nostro territorio e tutto quel nostro paesaggio naturale utilizzando per fini turistici i nostri boschi, anche nel tentativo di creare qualche nuova opportunità di lavoro al solo scopo di proteggerlo dall’inciviltà che purtroppo vige in quella mentalità retrograda.
Molti territori investono nella rinnovazione dei boschi, nonché nell’ampliamento della superficie forestale e nella piantagione di nuovi alberi in quelle aree disboscate o deturpate ogni anno dalla mano dell’uomo che devasta, trasforma e ne mette a rischio il territorio; questa è una delle tante conseguenze che provocano il dissesto idrogeologico su tutta l’area.
Invece di appaltare a ditte taglialegna operazioni di taglio come quella che qualcuno aveva avviato contro Cozzo Cervello, visti i problemi di cassa ci si potrebbe rivolgere a soggetti esterni per investire nella cura e bonifica delle nostre montagne, dove mediante la partecipazione anche a bandi europei specifici, si possono creare i giusti presupposti per allestire e attrezzare sentieri naturalistici, costruire nuovi rifugi, aree ristoro e altri attrattori turistici innovativi come percorsi di trekking, mountain bike o aree famiglia con accesso per le persone non autosufficienti!
Parliamo tante volte di turismo, ci lamentiamo sui social che non ci sono attrazioni presenti o strutture per famiglie e giovani diverse dalla solita routine; la creazione di parchi con aree attrezzate potrebbe essere un’idea di partenza non solo per il turismo locale, ma un’idea o una piccola soluzione per mettere la parola fine all’inciviltà di chi deturpa continuamente il patrimonio di tutti i Paolani.
Come dice Don Luigi Ciotti, ogni albero è in fondo un diritto e i diritti non basta affermarli, bisogna tutelarli giorno per giorno, farli crescere in altezza e nella coscienza di ciascuno di noi!
Quindi su le maniche perché il nostro territorio ormai in sofferenza, ci sta urlando disperatamente aiuto!