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Sarebbe partito dall’arma di un’altra persona con cui stava effettuando una battuta di caccia, il colpo micidiale che l’altro ieri – per poco – non è costato un braccio ad un uomo, S.C., originario di San Lucido (CS).
Dopo la prima attività d’indagine, scaturita a seguito del soccorso prestato al ferito, gli inquirenti hanno chiuso il cerchio relativamente alla dinamica con cui, nel pomeriggio di due giorni fa, il malcapitato è stato attinto da una fucilata all’altezza dell’arto sinistro. Secondo quanto ricostruito e confermato dalla rivisitazione dei fatti da parte della vittima, il colpo sarebbe comunque partito accidentalmente, ma non dal suo fucile, bensì da quello dell’amico con il quale si trovava a caccia. La prima versione “edulcorata” dei fatti, era stata fornita per cercare di evitare le conseguenze previste dal codice, che nella fattispecie contemplano – per il “feritore” – la denuncia a piede libero per “lesioni gravi”.
Un provvedimento comunque più tenue rispetto a quello che si è rischiato, perché sarebbe bastata un’inclinazione diversa del fucile per connotare tutt’altro tipo di dramma.
Il ferito, finito d’urgenza sotto i ferri dell’equipe ortopedica dell’Ospedale Annunziata di Cosenza, è ora atteso da un lungo periodo di convalescenza, cui seguirà un percorso di cure e fisioterapia per recuperare l’utilizzo di un braccio che, per quanto in maniera non intenzionale, è stato danneggiato in maniera vigorosa.
