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Paola – L’arte di Vincenzo Cohen (all’anagrafe “Curcio”) incanta Cosenza

Incisivo quanto basta per sfiorare l’anima, Vincenzo Cohen (all’anagrafe Vincenzo Curcio), è un artista paolano che di recente ha mostrato le sue opere presso le sale del Museo dei Brettii e degli Enotri, sito in quel di Cosenza “Vecchia”.

Come un graffio gentile, tal qual era quello degli artisti ai tempi in cui il mondo era un girotondo attorno al Mediterraneo, il tratto di Vincenzo Cohen ha carpito l’interesse di quanti hanno preso parte all’evento, persone che, attratte dalla tematica, si sono avvicinate a “Italica”, la collezione pittorica che racchiude i lavori del periodo a cavallo tra il 2007 e il quinquennio 2016-21.

Gli approfondimenti offerti dall’autore nel corso dell’intervento con cui sono stati accolti i visitatori, tra i quali – purtroppo – non si possono annoverare i referenti istituzionali invitati, hanno reso ancor più suggestiva l’interpretazione di opere ispirate da rinvenimenti archeologici e testimonianze artistiche della cultura materiale.

Nello specifico, la serie di dipinti nasce dall’interesse per la tradizione pittorica etrusca di età orientalizzante (VII sec. a.C.), le produzioni artistiche del periodo arcaico e classico di derivazione greca (VI -IV sec. a.C.), la statuaria medio italica (III-I sec. a.C.) e il ritratto commemorativo di estrazione popolare romana (Ritratto di Lucio Giunio Bruto, Caracalla, Ritratto di Commodo/Ercole). La collezione rappresenta inoltre un momento di transizione tra la prima e la seconda produzione dell’artista, ma anche memoria di linguaggi espressivi derivanti da una comune identità culturale. Opera che dà avvio alla collezione è la Gigantomachia con caratteri animalistici tipici della pittura vascolare etrusca e provenienti dal repertorio figurativo orientale. I personaggi rappresentati cercano di far emergere il senso di sacralità di divinità proprie del pantheon italico (Culsans), di ecisti e re fondatori dell’antica civiltà calabra (Enotro, Italo) di divinità greche mediate attraverso lo spirito della classicità coloniale (Hera Lacinia). Alcune opere ispirate dalla produzione coroplastica in terracotta policroma etrusca (Latona, Tirreno) in cui l’enigmatico sorriso arcaico è espressione di libertà, mirano a rappresentare quel senso di naturalezza insito nelle prime manifestazioni artistiche dei popoli dell’Italia antica. La collezione è volta al recupero di tradizioni storiche millenarie, radicate nel processo di stratificazione culturale della penisola, esprimendo al contempo quel senso di appartenenza al retroterra ancestrale calabrese, memore di un difficile processo di consolidamento storico-politico e culturale.

Fotogallery della Collezione “Italica”, presentata ad inizio Febbraio nel Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza (l’articolo continua)

Vincenzo Cohen è un pittore e fotografo naturalista di formazione classica, dopo aver trascorso l’infanzia in Calabria si trasferisce a Roma. Diplomatosi alle Belle Arti di Roma ha successivamente perfezionato i suoi studi sull’antichità laureandosi in Scienze Archeologiche all’Università La Sapienza. Artista poliedrico, la sua produzione è il risultato di un continuo processo di ricerca storico-scientifica rivolto alla rappresentazione di contenuti culturali con uno sfondo naturalistico e sociale. Il suo percorso artistico si articola intorno a tre temi centrali: il Ritratto storico, l’Estinzione della fauna selvatica e la Natura marina. Tra le sue più recenti esibizioni: “Modigliani Opera Vision” (Fondazione Amedeo Modigliani, 09-10/2021, Complesso S. Maria della Pietà, Venezia), “Art for Climate Change” (Platform Planet Earth, 10/2021, 193 International Art Gallery, Parigi), “Fear The Tangible” (12/2021, Pocket Star International Gallery, Atene), “Kodama Film & Photo Festival” (11/2021, The Dream Machine, Glasgow, Scozia), “Mostra Premio Vittorio Sgarbi” (11/22, Ente Fiere, Ferrara), “Transcending Barriers: Art Outside The Box (12/21-01/2022, Art Show International Gallery, California).

Di seguito un video sul cambiamento climatico, proiettato in anteprima alla galleria 193 di Parigi, per il progetto che l’artista ha denominato: “Imponente deserto” (la sequenza sarà parte del nuovo filmato della regista J. Holm a Washington)

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