C’è grande fervore attorno all’albo pretorio comunale di Paola, dove ci sono delibere che vedono la luce della pubblicità per poi sparire nell’abisso, ricomparendo poi sotto le “mentite spoglie” di un altro numero.
È il caso dell’atto prodotto dalla giunta comunale in data 15 Marzo, quando all’appello mancavano soltanto Alessio Samà e Salvatore Romito, un documento peculiare che recava il numero 32, e che a seguito di alcune altre operazioni, è poi scomparso, per riapparire in data odierna col numero 36.
Di cos’è che si tratta, è presto detto! In parole povere è l’atto con cui, l’esecutivo composto da Roberto Perrotta, Marianna Saragò, Antonio (Tonino) Penna e Grazia Surace, hanno stabilito un rimborso da 10mila euro per un ristoratore colpito dall’evento alluvionale che colpì la Città del Santo nel 2010.
Praticamente un “residuato bellico”, rimasto lì a testimoniare una forma di governo che, successivamente, ha indotto un’altra amministrazione (guidata da un altro sindaco, oggigiorno ritirato dalla scena politica locale) a dichiarare il dissesto finanziario.
Per chi non lo ricordasse, la dichiarazione di default finanziario dell’ente, ha comportato un vertiginoso aumento delle tasse, arrivate a livelli che la cittadinanza ha faticato a sopportare. Standard che hanno comportato l’innalzamento al massimo di ogni imposta, con complementare difficoltà amministrative legate al fatto che, in regime di dissesto, non c’è possibilità di pianificare a “lungo termine” in molti ambiti.
Tornando a ciò che riguarda la tematica odierna, c’è da anticipare che si tratta della destinazione di una somma composta da denari pubblici, nella misura di 10mila euro.
Secondo ciè che è stato deliberato dall’esecutivo attualmente alla guida del comune, a Paola c’è un imprenditore che – per quanto ricostruito dall’amministrazione guidata da Roberto Perrotta – merita un accordo transattivo a carico della collettività perché, nel 2010, «il riversamento di diverse quantità di rifiuti misti a fango e di acqua avevano provocato l’intasamento del ponte sul torrente […] situato in prossimità della suddetta struttura danneggiando le proprietà». Una questione per la quale il Consiglio Comunale cittadino, alla data del 22 Febbraio 2019, si era già espresso, ratificando con 8 voti favorevoli, 2 contrari e un astenuto, “l’Individuazione Responsabili debiti esclusi”, un atto di governo collegiale che reso effettiva la conta di talune operazioni nell’ambito di svariate posizioni debitorie del comune.
Tra queste, incastonata in un’apposita sezione, figura la posizione dell’imprenditore che la giunta – il 15 marzo scorso – ha deciso di ristorare con 10mila euro, esercente che però figurava tra i “non individuabili” (come destinatari di rimborsi) nella delibera che i consiglieri comunali avevano votato nell’aula “Lo Giudice” il 22.02.2019. In quell’atto, il gruppo di lavoro coordinato dal Segretario Generale dell’Ente, non era riuscito a trovare nessun appiglio utile a giustificare la richiesta del privato, escludendolo quindi dalla lista di coloro che avrebbero dovuto ricevere indennizzi.
Eppure, a quanto pare, sono bastati appena tre anni (marzo 2022) e il cambio di qualche casella all’interno dell’amministrazione, affinché l’esecutivo – composto nell’occasione da Roberto Perrotta, Marianna Saragò, Antonio (Tonino) Penna e Grazia Surace – riuscisse a sovvertire quanto deciso dai consiglieri, deliberando l’esborso di 10mila euro di tutti i paolani in favore di chi, in passato, s’era visto bocciare la richiesta di risarcimento per “documentazione carente”.
Una vicenda alquanto misteriosa, resa quasi enigmatica dal particolare relativo ai numeri della (stessa) delibera, prima pubblicata col numero 32, poi scomparsa dall’albo pretorio online, per ricomparire oggi col numero 36 (come i gradi in cui la temperatura corporea è idonea a passare al vaglio della “salute pubblica”).