anniversario luigi gravina

Paola – «Fedeli» e «Sevizi» per Luigi Gravina. Cerimonia “approssimata”?

In data odierna, a partire dalle ore 11.00, l’amministrazione comunale di Paola ha organizzato una manifestazione per ricordare il 40esimo anniversario dall’efferato omicidio di Luigi Gravina, assassinato dalla ‘ndrangheta il 25 Marzo 1982.

Un giorno scolpito nella memoria cittadina, punto di non ritorno nell’escalation di una consorteria criminale giunta a togliere la vita ad un Uomo, marito e padre di famiglia, per l’insopportabile rifiuto subito dinnanzi alle vessazioni cui stava cercando di sottoporlo.

Luigi Gravina è stato un “Martire”,  sacrificato sull’altare dell’ignavia di un’intera comunità, sorda e cieca dinnanzi ad un fenomeno che ne stava stritolando le fondamenta. Luigi Gravina è stato Uomo, quando il circondario sembrava composto solo da pecore, è stato Esempio che ha “imposto” una reazione, è stato Movente per un cambiamento del quale oggi tutti possono giovarsi.

Per questa ragione, grande risalto è stato dato dall’amministrazione comunale a questa data, che si è inteso celebrare solennemente all’interno dell’aula in cui si svolge la massima assise cittadina, cui seguirà una marcia “esterna” fino alla stele che ne ricorda la figura.

All’incontro prenderanno parte – dopo i saluti del sindaco e della presidente del consiglio comunale – anche don Ennio Stamile, referente calabrese dell’associazione “Libera” (fondata da don Luigi Ciotti contro le mafie), la vicepresidente della giunta regionale, Giuseppina Princi, e il “capo servizio” di Gazzetta del Sud, il giornalista professionista Arcangelo Badolati.

Proprio Badolati, nella locandina predisposta per annunciare l’evento, è stato presentato come capo “SEVIZI” del suo giornale, un’imperdonabile svista che – per quanto comprensibile – non è stata in alcun modo rettificata nel corso dei tanti giorni trascorsi dalla pubblicazione dell’avviso.

La locandina predisposta per l’evento, dove si legge chiaramente l’errore commesso

“Seviziare”, nella lingua italiana, significa: «Sottoporre a tormenti crudeli e disumani, torturare»; un concetto che forse è stato lasciato lì a rappresentare quello che è successo, successivamente, sull’albo pretorio del comune di Paola, dove è comparsa un’ordinanza dirigenziale, finalizzata alla gestione del traffico in occasione della “marcia”, che definire “scandalosa” è un eufemismo.

L’atto, palesemente “sbianchettato” perché forse figlio di precedenti documenti di portata similare, è infarcito di un particolare che la dice lunga sull’approssimazione con cui è stato redatto e, di conseguenza, dà misura dell’importanza data all’evento da chi si fregia della sua organizzazione. Senza alcun ritegno, infatti, è stato lasciato un periodo che probabilmente era stato usato in occasione di qualche processione religiosa, tant’è che recita testualmente: «TENUTO CONTO che alla sopraindicata manifestazione è prevista la partecipazione di numerosi fedeli e cittadini».

Una vera e propria “sevizia”, tanto per la memoria di un Eroe dell’antimafia, quanto per i cittadini che si trovano dinnanzi a siffatti documenti. Una mancanza di rispetto davvero intollerabile.

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