Aver lasciato trascorrere 12 anni senza corrispondere il dovuto, è costato caro al comune di Paola, che sul fronte dei Servizi Sociali è riuscito ad accumulare un debito tramutatosi, adesso, in un pignoramento da 670mila euro.
Probabilmente a causa di una certa superficialità nella gestione della problematica, l’ente si troverà costretto a corrispondere una volta e mezzo di quanto dovuto a chi, nel corso di questo lungo periodo, ha comunque garantito prestazioni all’altezza dell’incarico, e che per vedersi riconoscere lo spettante ha dovuto adire vie all’esito delle quali le conseguenze per il bilancio comunale potrebbero rivelarsi disastrose, perché arrivare sino alla misura estrema del “pignoramento” comporta provvedimenti punitivi nei confronti di chi si dimostra perseverante nelle inadempienze.
Facendo un rapido calcolo delle annualità che hanno composto l’entità della sanzione, è facilmente intuibile che si tratta di una tematica che coloro attualmente seduti al vertice del Sant’Agostino, conoscevano già. Perché negli ultimi dodici anni, a parte la parentesi quinquennale di Ferrari, l’amministrazione ha sempre avuto il suo capo indiscusso in Roberto Perrotta.
Una vera e propria sciagura per le casse comunali, che già sottoposte a duro stress nell’ultimo periodo, adesso si presentano intaccate vigorosamente, con un colpo che difficilmente potrà essere assorbito nel breve termine.
La speranza è che ciò non si tramuti in ripercussioni per i cittadini, che rispetto ai primi anni di questa amministrazione, nell’ultimo biennio – in cui la delega al bilancio è stata gestita dapprima dal sindaco e poi dall’assessore Tonino Penna – hanno già visto risalire la pressione fiscale riferita a determinati servizi.
Di questo passo, il paventato spettro di un nuovo dissesto, rischia di prendere maggiore concretezza.