piano torre

Paola – Pergamene e targhe a chi ha santi in paradiso, multe ai poveri cristi

Un noto dittatore centrafricano, Jean-Bédel Bokassa, mentre la sua gente languiva nella morsa di una crisi spaventosa, pensò di risolvere il problema chiedendo ad un suo ministro di stampare quattrini, in modo da riempire le tasche dei suoi “sudditi”. Ovviamente, nel sistema su cui si regge l’economia mondiale, l’immissione di maggiori quantità di contante corrisponde ad un aumento vertiginoso dell’inflazione che, di fatto, trasforma tutta la “carta moneta” in “carta straccia”.

Ovviamente l’operazione si rivelò deleteria e, a stretto giro di posta, il tiranno venne spodestato e condannato (prima “a morte” e poi a vent’anni di galera), lasciando la sua gente in balia di forze straniere e governanti farlocchi.

Questa premessa è utile a rendere l’idea di un’operazione che, a Paola, da cinque anni sta venendo condotta da chi gestisce le sorti del comune. Ovviamente – non potendo autoprodurre pecunia – dalle parti del Sant’Agostino è stato scelto di fabbricare un altro tipo di corrispettivo, non economico, col quale riempire non le tasche ma le pareti delle case di tanti cittadini.

Da circa un quinquennio, infatti, centinaia di “pergamene” sono state dispensate a quanti hanno compiuto compleanni centenari, a quelli che hanno svolto o semplicemente preso parte a iniziative, a familiari di personalità “illustri” (sulla cui autorevolezza sarebbe opportuno compiere approfondimenti) e a chiunque sia rientrato nelle grazie degli illuminati amministratori dell’ente governato dalla “salute pubblica” (oggi “la nostra Paola”).

Ovviamente, essendo state stampate in una quantità mostruosa, ognuna di queste “pezze di carta” ha un valore meramente simbolico, senza alcuna possibilità di utilizzo come attestato di benemerenza, perché privo di qualsivoglia iter formale di approvazione preventiva. In parole povere: “patacche”.

Stesso discorso vale per la “posa in opera” di targhe e targhette disseminate lungo gli spazi urbani della città, tutte prive di avalli istituzionali sovracomunali per la loro installazione, che – quindi – è da ritenersi “qualificata” al pari dei manifesti murari.

Tuttavia, il gradimento intorno a queste iniziative è stato tale da far perdurare la pratica per tutto l’arco dell’attuale reggenza, la quale si è sempre sperticata in lodi ed encomi che alla storia rimarranno, comunque, fini a se stesse.

Questo per dire che, laddove c’è stato “interesse”, si è intervenuti benevolmente, a volte anche infischiandosene del fatto che qualcuno potesse essere collegato ad un fosco passato, magari di stampo reggimentale fascista o deviatamente massonico. Tantissimi sono stati insigniti del “pezzo di carta” controfirmato dai maggiorenti del comune, che adesso farebbero bene a consultare altre Autorità per comprendere l’effettivo valore di ciò che, con orgoglio, ostentano tra le mura domestiche.

La potenza familiare e il bacino elettorale di svariati premiati (a volte anche per “interposta persona”) probabilmente sarà stato uno dei motivi alla base di certe scelte, che comunque – seppure per un istante – hanno dato lustro a nomi, cognomi e storie di tante persone, gente con “santi in paradiso” che, sicuramente, avrà provato emozioni positive e orgoglio per le attestazioni.

Da siffatto profluvio premiale sono rimasti comunque esclusi in tanti, e tra costoro non poteva mancare anche l’anziano che, a Piano Torre, nonostante un’esistenza specchiata e vocata al miglioramento dell’intero paese, è stato colpito da un provvedimento sanzionatorio emesso proprio dal Sant’Agostino.

Nel caso di specie, trattandosi di un “povero Cristo” (presumibilmente senza un grosso parentato votante), l’istituzione è intervenuta sì, ma per irrogargli un documento diverso: redatto, firmato e inoltrato dagli uffici comunali – senza firma di sindaco e presidente del consiglio – con la richiesta di oltre 4mila euro d’ammenda per lo stato in cui versava un immobile del quale viene definito “utilizzatore”.

Ebbene, siccome la persona in questione è un anziano che solo lustro ha dato alla città, questa Testata si fa portavoce di un’istanza sentita da molti concittadini, che ne chiedono la riabilitazione burocratica (cancellare la multa) e la valorizzazione pubblica, dato che si tratta di un uomo che ha fatto solo il bene, così come nel prossimo contributo dedicato al tema, saremo in grado di dimostrare (si pensi che nei tempi passati, questo vecchietto veniva affettuosamente definito “San Francesco” da molti concittadini).

Multare chi ha avuto l’onore di essere appaiato alla figura più sacra di Paola, ed encomiare chi – testimonianze alla mano – ha avuto (anche) trascorsi poco affini all’idea di virtù, non pare indice di salubrità pubblica. Chi può porre rimedio alla faccenda, prenda cortesemente in considerazione questo appello.

Sul paventato “sciacallaggio” in merito al tema, ci aggiorneremo poi (perché a quanto pare esiste già una richiesta protocollata di utilizzo di area e immobile – con tanto di specifica relativa alla somministrazione di “prodotti” – di cui si contesta la pulizia all’anziano).

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