morte mario serpa

Paola – Mario Serpa stroncato da un’aritmia cardiaca non curata in prigione

Lo hanno trovato cadavere con le nocche tumefatte dal tentativo, disperato, di attirare l’attenzione del piantone di guardia, richiamato mediante colpi battuti sulla parete della cella che lo ospitava nel carcere di Parma, dal quale – come si ricorderà – il 14 luglio prossimo Mario Serpa sarebbe probabilmente uscito per via della “buona condotta” manifestata nel corso di quasi 40 anni di detenzione. Quattro decadi intervallate anche da un periodo di circa 6 anni (2006-2012), che gli era valso un regime detentivo diverso da quello di “massima sicurezza” dove, invece, era stato costretto a ritornare 10 anni fa a causa del coinvolgimento nel processo “Tela del Ragno”, dal quale – è cronaca giudiziaria – era uscito completamente assolto nel 2017, senza però tornare a giovarsi dei benefici maturati in precedenza.

Lo storico referente della consorteria ‘ndranghetistica che, dal finire degli anni ’70 alla metà degli anni ’80 del secolo scorso, ha imperversato sulla città di Paola (lasciandosi alle spalle una scia di sangue che ha travolto – oltre che criminali dello stesso calibro – anche tante persone innocenti) sarebbe morto per gli effetti di un’aritmia cardiaca comparsa nell’ultimo mese e mezzo di detenzione. Una patologia che Mario Serpa aveva tentato di comunicare ai parenti, lamentando uno stato di stanchezza permanente che – però – sarebbe stato sottovalutato dai responsabili della struttura di detenzione emiliana.

Stante l’esito dell’autopsia, alla quale hanno preso parte anche i periti nominati dalla famiglia, l’uomo sarebbe deceduto per gli effetti di questa patologia “silenziosa”, che giorno dopo giorno gli avrebbe “stretto” il cuore fino a stritolarlo nella morsa di una sacca, gonfiatasi oltre misura per via del ristagno ematico dovuto ad una forma di coagulazione che si sarebbe potuta contrastare con una semplice flebo.

In poche parole, sarebbe bastata la misurazione della pressione e della saturazione dell’ossigeno nel sangue, per intervenire risolutivamente con un trattamento “basilare” e nemmeno particolarmente difficile.

Per questa ragione, grande stupore avrebbero manifestato i medici intervenuti nel corso dell’ispezione cadaverica, consapevoli che una morte del genere si sarebbe potuta evitare con poco, magari anche con un po’ più di attenzione da parte dei referenti della casa circondariale emiliana.

Ma nel carcere di Parma non sarebbero nuovi a questo genere di accadimenti, tant’è che nello stesso periodo in cui si è spento Mario Serpa, un altro detenuto sarebbe deceduto per una setticemia, dovuta probabilmente alla mancata consegna di un materasso in grado di alleviare le sofferenze dovute alle piaghe da decubito.

Immediata è stata comunque la reazione della famiglia del detenuto paolano, che avrebbe già attivato tutti i canali necessari ad aprire un’inchiesta.

I funerali di Mario Serpa, come da disposizioni dell’Autorità Giudiziaria, si sono svolti nella prima mattinata di ieri in forma strettamente privata.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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