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Paola – “Nuova era” significa anche niente dati covid? Come stiamo messi?

Quanti sono i contagi da Covid-19 a Paola?

Nessuno al momento, almeno ufficialmente, sembra saperlo.

Con la Calabria sprofondata in un caos che, solo per la provincia di Cosenza, segna ben 28387 “casi attivi” (tra i quali 82 in reparto, 1 in terapia intensiva e 28304 in isolamento domiciliare), nella Città del Santo tutto tace, quasi come se si volesse dare l’immagine di una normalità utile a trascorrere meglio la “bella stagione”.

La pagina “Città di Paola”, che su Facebook – fino allo scorso 26 Giugno (data in cui è sbocciata la “nuova era” di Giovanni Politano sindaco) – ha aggiornato costantemente i dati dall’inizio dell’emergenza sanitaria, è ormai silente da quasi dieci giorni senza alcuna spiegazione.

Eppure è bastato far trascorrere la prima domenica di Luglio per capire che le cose, alle pendici del Santuario, non stanno girando nel verso giusto. Pochi ombrelloni sulla spiaggia, pochi avventori nelle strutture balneari, pochi vacanzieri in giro per le strade, quasi nullo il traffico veicolare che di solito, di questi tempi,  congestiona ogni millimetro d’asfalto.

Che succede? Perché questo misterioso silenzio?

Forse i pensieri sulla “costituenda” giunta stanno catalizzando ogni attività? O c’è altro?

Magari rivelare che la situazione è tutt’altro che rosea potrebbe danneggiare l’immagine di una realtà che si propone di campare (anche) di turismo?

Se questo dovesse essere il motivo, il Comune di Paola sarebbe comunque in buona compagnia, perché anche dalle parti dell’Asp le cose non vanno meglio e per capirlo basta recarsi nei pressi del poliambulatorio di Rione Colonne, dove persone bisognose di visite e controlli sono costrette ad assembrarsi – in ogni condizione climatica – nel piazzale antistante gli ingressi, sorvegliati da personale tutt’altro che incline alle buone maniere. Ogni giorno, per ore e ore, sotto al sole cocente o alla pioggia battente, persone di ogni età sono obbligate a sostare in attesa del proprio turno, con anziani, bambini e persone con disabilità che spesso accusano malori.

Ma se il Comune e l’Asp “piangono”, anche dalle parti del Commissariato di Polizia non ridono. Tantissima è infatti l’utenza da smaltire quotidianamente per le varie questioni attinenti l’attività del Ministero dell’Interno, persone che in mancanza di un luogo d’attesa idoneo, vengono ammassate dinnanzi al portone d’accesso, dove non è raro incontrare mamme con figli in braccio costrette a ore d’attesa in balia degli elementi.

A chiudere questo “vergognoso” poker di trattamenti ci sono poi anche gli uffici postali, dei quali il sindaco di Paola dovrebbe essere un esperto. Quello alla Marina – ad esempio – “vomita” file di utenti che, come fossero nani da giardino, ormai sembrano essere il complemento d’arredo esterno alla struttura, disposti in lunghe code dove ogni sorta di precauzione anti-covid va a farsi benedire.

Una situazione a dir poco degradata che, senza neanche i dati sugli effettivi contagi cittadini, rischia di essere affrontata con troppa superficialità, favorendo la creazione di focolai e cluster che, nonostante l’assenza di dati “ufficiali”, è confermata da parecchi esperti del settore.

Che Dio ce la mandi buona, perché gli uomini non sembrano capaci di costruire contesti in grado di garantire le minime condizioni di vita “normale”.

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