Questa sera, a partire dalle ore 19.00, avrà luogo a Paola un incontro elettorale in controtendenza rispetto alla narrazione “mainstream”, secondo cui la competizione elettorale avverrà soltanto tra gli squadroni più quotati (FdI, Lega, FI, PD, M5S e compagnia “dragando”).
Nella Villa che fu di Umberto I, ora dedicata al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sarà possibile ascoltare la proposta di chi corre fuori dal coro, intenzionato ad imprimere un suo tono nel parlamento che verrà.
“Italia Sovrana e Popolare” è la proposta per cui, sul territorio, corre Lucio Sessa, candidato per l’uninominale al Senato, già attivista con partecipazioni fattive a processi sindacali e politici in ambiti locali e nazionali, seguiti con il piglio proprio a chi appartiene alla sinistra tout court. Insieme a lui ci saranno senatrice Bianca Laura Granato e gli aspiranti deputati Antonio Massara e Antonio V. Ferraiolo.
«La concretizzazione di un piano globale attuato a più livelli – è il monito da cui parte Lucio Sessa – ha avuto il suo sbocco naturale in ciò che stiamo vivendo e che sembra in realtà interessare a pochi: un parlamento esautorato dalle proprie basilari funzioni democratiche, risultanza dell’aver abdicato dal concetto di sovranità popolare che è alla base della nostra Costituzione. La pandemia, arrivata al momento “giusto”, ha deviato totalmente un percorso ostacolato sapientemente nei decenni, agendo come maglio finale e facendo recedere la società dai diritti più elementari nel nome “della Scienza”. Ciò che è stato faticosamente costruito e sancito è stato cancellato, e così invece di intervenire con terapie territoriali si è accettato di farsi recludere; invece di pretendere ferocemente una sanità adeguata si è accettato la logica del “Si salvi chi può”, cioè una linea dettata da uno Stato che dimostra di avere a cuore la salute del Popolo a colpi di divieti e non di cure. Opponendo profitti di multinazionali ad una dovuta trasparenza, obbligando a rischi di reazioni avverse che purtroppo si stanno manifestando, senza applicare dovute misure informative e precauzionali. La legge Lorenzin del 2015 ha trasformato la classe medica in un apparato burocratico di esecutori di ordini, utilizzando la stessa come braccio armato di disegni politici che hanno scaricato il prodotto finale sullo schermo protettivo designato, cioè quelli che poi risultano essere le prime vittime dirette: i cittadini. E ciò sta avvenendo sia in termini economici che di salute. Il ripristino della Costituzione è quanto mai decisivo in una fase in cui siamo già nel baratro: ci hanno definiti “no vax” quando puntiamo sulla libertà di scelta sancita dalla costituzione, creando una categoria destinata a dividerci da nostri fratelli e sorelle che hanno ceduto al ricatto, mentre per noi continuano ad essere fratelli e sorelle e lo saranno per sempre; oppure pro Putin quando cerchiamo di capire le ragioni di tutti anteponendo il dialogo al conflitto, per dare corpo al significato del concetto di “Italia che ripudia la guerra”. Ci hanno divisi in categorie – conclude il candidato al Senato – nel lavoro e nella vita sociale per frammentare ulteriormente il concetto e la conseguente forza di popolo. Infine ci fanno passare per rivoluzionari soltanto perché pretendiamo il rispetto della Costituzione e forse è vero. Lo siamo».