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Paola – Dopo le elezioni (25 settembre) in Comune si faranno i conti

Altre due settimane d’attesa e poi, finalmente, si potrà dare fiato alle trombe per ciò che riguarda il bilancio che l’attuale amministrazione comunale ha ereditato dalla precedente, che già dalle anticipazioni ufficiali sarà contraddistinto da uno stato di «deficitarietà strutturale». Evviva.

Nell’aula Lo Giudice sarà discusso il “consuntivo” maturato sotto la gestione della fu coalizione di “salute pubblica”, che ancor prima delle amministrative di giugno – a parte l’ex assessore Alessio Samà – sul piano esecutivo recava già in sé il tratto di quella che poi è stata – solo nelle ambizioni della propaganda – “la nostra Paola”. Bocciata al primo turno.

Pertanto toccherà nuovamente all’assessora Francesca Sbano relazionarsi con l’aula, dove sicuramente non mancherà il confronto con i rappresentanti dell’era appena archiviata, visto che si tratterà anche il riconoscimento di debiti maturati nel corso degli ultimissimi tempi (l’era Perrotta “Ter” andrebbe inquadrata almeno tre evi, l’evo “di salute pubblica”, quello “post-Cassano-vicesindaco” e infine l’evo “post-Di Natale-alleato”).

Il tutto dovrebbe avvenire – a scanso di cambi dell’ultima ora – il prossimo 27 settembre, due giorni dopo l’appuntamento elettorale che determinerà il nuovo assetto dell’intera politica italiana, quindi in tempo per potersi agganciare alle frequenze che andranno ad instaurarsi da Roma a Germaneto, passando per Bruxelles l’Oms, l’Onu, la NATO, etc..

In un consiglio comunale che, per quanto impossibile da considerare “simmetrico”, è comunque rappresentativo di fasce già schierate per appartenenza (il presidente del consiglio, ad esempio, è di Fratelli d’Italia), potrebbe accadere che parti apparentemente avverse, si ritrovino ad auspicare l’affermazione di uno stesso candidato, indipendentemente che si tratti di uno/a di destra o di sinistra (o centrodestra e centrosinistra, o moderati in un modo e moderati in un altro, o impastettati con questo piuttosto che quello).

Un senatore come Fausto Orsomarso potrebbe piacere tanto al gruppo di FdI, presente con più elementi nella maggioranza a sostegno di Politano, quanto a quello della “nostra Paola”, che in Perrotta e Saragò ha avuto i più autorevoli estimatori dell’azione politico amministrativa dell’assessore regionale oggigiorno candidato. La realizzazione del porto, la consistenza di un assegno da 20milioni di euro, la possibilità che l’avvocatessa Sabrina Mannarino assurga ad un seggio a Palazzo Campanella, passano tutte per la fortuna elettorale di Orsomarso, dalla cui affermazione – facendo poi le debite proporzioni percentuali – dipenderà senz’altro il verso delle rotte che prenderà il Sant’Agostino. Se Paola tornasse ad avere un consigliere regionale, di orientamento diverso rispetto allo schieramento di chi – in città – l’ha preceduta in questo ruolo, sarebbe addirittura autorevole in seno alla maggioranza che sostiene Roberto Occhiuto. Un’opportunità su cui intendono scommettere trasversalmente più gruppi.

In questo contesto, anche quelle che ancora oggi vengono considerate “voci grosse”, potrebbero affievolirsi, a tutto vantaggio di un clima che non abbisogna di rumori di fondo. A tal proposito, pare che dagli angoli remoti di una speranza legata ad un ricorso, un baleno di raccomandazioni stia attraversando fastidiosamente i banchi della maggioranza, andando a concentrarsi maggiormente sulle componenti esecutive, messe sotto stress da continue richieste, finanche contraddittorie (l’ultima, non smentita, riguardava il disconoscimento di un aumento tributario votato poi dall’aula).

Se dovesse configurarsi uno scenario da “avanti ma a malincuore”, è altamente probabile che il consiglio sul consuntivo possa già assumere i connotati del “banco di prova”, con Politano in carrozza che potrebbe trovarsi a dover tirare con più forza le briglie, già schioccate in occasione di pubblici distinguo sulle posizioni da assumere riguardo argomenti quali i piani di RFI per alta velocità e raddoppio del tunnel Santomarco.

Che maggioranza sarà quella che verrà fuori dal voto sul Consuntivo? Sicuramente la stessa vista fino ad oggi, diversa però nel peso specifico di ogni suo componente, con umori e pelli che potrebbero mutare d’improvviso, senza escludere intese sorprendenti e prese di posizione scioccanti (una di queste si sarebbe già verificata con l’abbandono di una chat, condivisa su whatsapp, da parte di un capogruppo).

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