Costantemente al vaglio di un’opposizione preparata e agguerrita, perfettamente incarnata da Roberta Provenzano e Dorina Ambrosi di “Avanti San Lucido”, l’amministrazione comunale guidata da Cosimo De Tommaso si trova ora nella spiacevole condizione di dover sbrogliare la matassa venutasi a creare a causa della mancata convocazione di un consiglio comunale.
Richiesta dalla minoranza sulla scorta dei parametri di legge, la mancata civica adunanza è divenuta oggetto dell’attenzione della prefettura di Cosenza, che qualche giorno fa ha notificato una puntigliosa missiva a sindaco, presidente del consiglio e segretario comunale.
Oggetto di contestazione, come si ricorderà, una convenzione stipulata con il vicino comune di Falconara che non è mai passata al vaglio dell’aula consiliare.
La Prefettura si è mossa in risposta alla nota inoltrata nello scorso mese di agosto dal gruppo consiliare “Avanti San Lucido”, relativa alla mancata convocazione del consiglio comunale da parte del presidente, e lo ha fatto attraverso una nota a firma del vice prefetto Giuseppe Di Martino, che si è rivolto formalmente al sindaco, allo stesso presidente del consiglio ed al segretario comunale. Con tale atto, Di Martino intima di avere notizie rispetto alla mancata convocazione del consiglio comunale richiesto nel mese di luglio, nel rispetto dei parametri imposti dalla legge, ovvero in presenza del numero legale dei consiglieri che avevano avanzato la richiesta. Il Prefetto chiede inoltre che venga fornita prova della eventuale convocazione del consiglio comunale; convocazione che però in realtà non ha mai avuto luogo.
«Il mancato consiglio avrebbe dovuto avere ad oggetto la stipula di una convenzione con il comune di Falconara Albanese (convenzione la cui approvazione per legge deve essere votata in consiglio comunale e così non è stato, ndr) relativa all’utilizzo dell’impianto fognario di San Lucido da parte del comune di Falconara e di cui i cittadini ad oggi non hanno ancora conosciuto il contenuto ed i termini – spiegano Provenzano e Ambrosi – Le nostre richieste, basate sempre su riferimenti normativi certi mirano, nel rispetto del ruolo che ricopriamo, a rendere trasparente l’operato amministrativo, cioè a ricondurre nelle sedi opportune questioni che meritano la partecipazione della collettività attraverso le rappresentanze consiliari. Questioni cosi rilevanti, per le ricadute sul territorio – concludono le due esponenti del gruppo consiliare Avanti San Lucido – non possono e non devono essere trattate nelle stanze del palazzo».