Volendo dar credito alle indiscrezioni trapelate dal Sant’Agostino e già trattate da autorevoli testate, pare che all’interno del comune di Paola l’aria sia diventata “pesante”. Vuoi per il caldo degli ultimi giorni, vuoi per un’estate che ancora stenta a palesarsi per quelli che sono gli intenti de “La nuova era”, vuoi per i tanti disservizi lamentati da una cittadinanza stremata al punto da non sapere più a che ora potersi fare una doccia, o quando poter passare su strade finalmente ripulite da erbacce e sacchetti sempre più spesso abbandonati (addirittura fin sull’uscio della Casa Natale di San Francesco) il clima nelle stanze del municipio sarebbe diventato rovente.
Il pantano in cui languono decine di questioni rimaste in sospeso, è entrato in ebollizione e i fumi dei problemi irrisolti si sarebbero già diffusi negli uffici, dove tra scadenze da Pnrr e ordinaria amministrazione, la mole di lavoro è tale da non contribuire a una distensione del clima, che anzi ne risulta ulteriormente arroventato.
A coordinare i vari settori è preposta la figura del segretario generale, controllore e garante del buon andamento amministrativo di un ente.
In un momento tanto delicato – con la questione del Porto impostata, coi lavori sul lungomare da terminare, con la sede del Centro per l’Impiego da ristabilire (ponendo come termine per la ri-presentazione delle proposte, corredate di tutta la documentazione, una settimana soltanto a far data dall’8 luglio scorso), con la prossima definizione dell’isola ecologica finalmente da inaugurare dopo decenni d’attesa, con l’indifferibile prosecuzione dell’iter legato al raddoppio del tunnel ferroviario Santomarco ormai giunto quasi alle battute finali, e chi più ne ha, ne metta – la messa in discussione di qualsivoglia elemento componente l’apparato burocratico utile a raggiungere gli obiettivi prefissati, rischia di generare frizioni che non faranno altro che aumentare la temperatura all’interno della macchina amministrativa, che senza un’adeguata messa a punto, adesso più che mai, sta andando incontro alla possibilità di fondere.
Eppure, dando credito a quanto già anticipato da fonti autorevoli e qualificate, pare proprio che l’intenzione degli attuali inquilini del Palazzo di Città, sia proprio quella di pigiare ancor più forte sull’acceleratore nel mentre il motore sta perdendo pezzi. Perché la segretaria Sandulli, con elevata probabilità, a partire dalla fine di agosto non sarà più al suo posto, forse invitata a farsi da parte dal sindaco in persona, pena il termine anticipato dell’esperienza amministrativa in corso.
L’allontanamento della Sandulli, cui probabilmente sarà appaiato o seguirà nel breve termine quello di qualche altro assessore/assessora, sarebbe dovuto ad una precisa richiesta – formulata dalla stessa segretaria – rivolta al dirigente estensore dell’atto, in merito ad una procedura di “affidamento diretto”.
Pare che la rigida formalità della garante amministrativa dell’ente, ineccepibile nel seguire pedissequamente le prassi burocratiche, sia entrata in contrasto con la rotta impostata dall’ufficio, che in forza ai cambiamenti entrati in vigore dall’emergenza covid e dalle annesse e connesse concessioni in termini di disbrigo pratiche, avrebbe puntato sulla massima semplificazione per avere immediati riscontri, anche considerate le necessità della cittadinanza riguardo talune questioni.
Il problema è che non tutte le ciambelle riescono col buco e, nella fattispecie, l’atto col quale si sarebbe dovuti procedere ad impegnare una somma superiore ai 100mila euro, non avrebbe convinto del tutto la segretaria.
Da qui il pandemonio, con impiegati abilitati alla firma in lacrime e gruppi a supporto dell’amministrazione sul piede di guerra contro chi, nel dubbio, avrebbe chiesto un controllo approfondito su un atto dirigenziale.
Il sindaco, presumibilmente coinvolto come arbitro della situazione, non sarebbe riuscito ad evitare l’esito a cui si giungerà sul finire dell’estate, quando forse qualche elemento di recente acquisizione tra i consulenti del municipio, potrebbe essere chiamato a supplire un ruolo che sarà rimasto vacante.
Il clima è incandescente ma l’estate non vuole saperlo.