Alla data del 24 luglio, più o meno a due settimane dalle dimissioni dell’assessore Pasquale Filella (divenuto “ex” il 12 agosto scorso, dopo aver ribadito la necessità di contenere le spese in affidamenti e incarichi), il comune di Paola ha investito una considerevole somma per avere in loco un Festival del Cinema, una kermesse di cui senz’altro la cittadinanza avrà memoria dato che per gran parte si è svolta in Piazza del Popolo, nell’arco di quattro serate a cavallo tra il 25 e il 30 luglio.
Che sia stato un evento indimenticabile, non è dato saperlo, ma sicuramente – nella penuria d’intrattenimenti che la città ha offerto nel corso della bella stagione – i quattro giorni di Festival, fatti di incontri, lezioni, proiezioni e dibattiti, partecipati anche da ospiti illustri, dovrebbero perlomeno aver costituito quel “volano di sviluppo” di cui la politica locale favoleggia nei comizi da tempo immemore.
Detto in altri termini, la speranza è che questo poker di date sia servito perlomeno a dare linfa ai vari comparti che, a Paola, quest’estate hanno sofferto, compreso il comparto dei “cittadini”, bisognosi di svago e leggerezza perché, mai come in questa stagione, depressi dalle tante cose che non hanno funzionato (primo tra tutti il “servizio idrico”).
Sapere che un Festival sul quale l’amministrazione ha puntato 17mila e 80 euro (con un affidamento diretto), ha comunque portato i suoi benefici per il territorio e non soltanto per coloro che hanno sfilato in passerella sul palco, aiuterebbe a capire il senso delle motivazioni espresse dall’ufficio che ha deciso di elargire 4mila 270€ al giorno nell’iniziativa.
Queste le parole di cui è costituito l’atto con cui è stato determinato l’esborso: «premesso che l’Amministrazione Comunale durante tutto l’arco dell’anno predispone, inoltre, una serie di manifestazioni turistico – culturali e spettacolari, al fine di rendere piacevole il soggiorno ai turisti che scelgono la nostra Città come sede per le loro vacanze; considerato che l’Amministrazione comunale: ritiene di importanza strategica la promozione turistica e la valorizzazione territoriale ai fini del progresso e dello sviluppo della comunità Paolana; reputa utile favorire lo sviluppo di iniziative sul territorio comunale al fine di contribuire a renderne vitale il tessuto socio-culturale; intende favorire la scoperta e la promozione del nostro territorio attraverso il cinema; intende sensibilizzare la diffusione del linguaggio cinematografico per tutti gli spettatori promuovendo appositi circuiti e/o altri progetti di formazione a carattere intercomunale; intende creare un punto d’incontro tra professionisti del settore e il pubblico: intende avvicinare i giovani alla realtà del cinema quale linguaggio e forma espressiva in grado di far riflettere su tematiche di grande spessore».
La fonte cui la responsabile dell’Ufficio “Affari Generali – Attività culturali, sportive e ricreative” del comune di Paola, ha deciso di approvvigionarsi per dare copertura finanziaria alla kermesse, risiede nella discussa “imposta di soggiorno”, il cui gettito «è destinato a finanziare interventi in materia di turismo».
Con l’ente in stato di certificata “deficitarietà strutturale” del bilancio, con il piano di riequilibrio finanziario ancora al vaglio della Corte dei Conti (che potrebbe propendere per un giudizio negativo), con l’ex delegato al bilancio (Filella) che ha lasciato l’incarico perché «purtroppo già da un po’ di tempo a questa parte, non ci sono, per quanto mi riguarda, le condizioni per poter lavorare con serenità, confliggono delle attività amministrative, in particolare di ritardi, di problematiche, che non consentono di fare il mio lavoro nella piena serenità» (dichiarazione nell’aula “Lo Giudice”, rilasciata il 12.08.2024), con una penuria idrica che qualche consigliere di minoranza ha imputato anche ai ritardi nei pagamenti alla Sorical, l’amministrazione guidata da Giovanni Politano, il 24 luglio scorso, ha deciso di scialacquare 17mila e 80 euro per «rendere piacevole il soggiorno ai turisti che scelgono la nostra Città». La “nuova era” è anche questione di scelte.