Il Comitato dei cancellieri: uno sciopero inevitabile
Il Comitato Nazionale dei Cancellieri Esperti ha annunciato uno sciopero nazionale per l’8 ottobre 2024, accompagnato da una manifestazione a Roma. Le motivazioni sono gravi: il demansionamento che la categoria sta subendo e che la porta ad essere parificata, in termini di retribuzione e mansioni, a figure molto meno qualificate. L’esasperazione ha portato alla formazione di comitati spontanei, cresciuti rapidamente, che oggi rappresentano oltre il 30% della categoria.
Lo sciopero è stato proclamato dopo un fallito tentativo di conciliazione con il Ministero della Giustizia, che non ha accolto le richieste dei cancellieri. La situazione si è ulteriormente aggravata a causa del mancato sostegno dei sindacati tradizionali, accusati di aver ignorato il problema.
Demansionamento e disaffezione: le ragioni della protesta
Al centro della protesta dei cancellieri esperti c’è il demansionamento. Questi professionisti, selezionati attraverso concorsi complessi e con anni di esperienza alle spalle, sono stati progressivamente relegati a mansioni inferiori, parificati a ruoli come centralinisti o conducenti di automezzi. Nonostante il rispetto per ogni tipo di lavoro, il comitato evidenzia l’enorme divario in termini di competenze e responsabilità tra queste figure e quelle dei cancellieri esperti.
La categoria, composta da professionisti con titoli prestigiosi e decenni di anzianità, si è vista declassata in seguito alle recenti disposizioni contrattuali. Questo demansionamento non riguarda solo la retribuzione, ma anche la dignità professionale, con una progressiva disaffezione verso il lavoro e una fuga dal Ministero della Giustizia. Molti cancellieri, infatti, stanno valutando di passare ad altre amministrazioni pubbliche, dove le condizioni lavorative sono più favorevoli.
La giornata di protesta: “Da esperti a principianti”
La manifestazione dell’8 ottobre a Roma sarà accompagnata dal motto “Da esperti a principianti”, a sottolineare il senso di frustrazione della categoria. Il comitato intende protestare proprio mentre i sindacati saranno impegnati nelle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale (CCNL). La speranza è che le loro richieste vengano finalmente ascoltate e che le trattative portino a un miglioramento rispetto all’attuale contratto.
Il comitato è determinato a non fermarsi dopo l’8 ottobre. Lo sciopero, infatti, rappresenta solo l’inizio di una lunga battaglia per il riconoscimento dei propri diritti. L’obiettivo principale è ottenere lo spostamento della figura del cancelliere esperto nell’area III funzionari, dove già sono transitati molti colleghi tramite un precedente decreto, il “21 quater”.
Il ruolo dei sindacati e le critiche al Ministero
Uno dei punti critici della protesta riguarda il ruolo dei sindacati tradizionali, che vengono accusati di non aver adeguatamente rappresentato gli interessi della categoria. Secondo il comitato, i sindacati avrebbero accettato il nuovo contratto senza opporre resistenza alle misure che hanno portato al demansionamento dei cancellieri esperti. Questo ha spinto molti a rivolgersi a nuovi comitati, più rappresentativi delle esigenze reali dei lavoratori.
La critica si estende anche al Ministero della Giustizia, reo di aver promosso un “appiattimento professionale verso il basso” e di aver ignorato le legittime aspettative dei cancellieri. La politica di gestione del personale, secondo i manifestanti, riduce figure altamente qualificate a ruoli marginali, con conseguente disservizio per l’intero sistema giudiziario.
Sciopero e legge: diritti e doveri dei lavoratori
Lo sciopero proclamato dall’8 ottobre si svolgerà nel rispetto delle normative vigenti. Il diritto di sciopero è sancito dall’articolo 40 della Costituzione italiana, che lo riconosce come strumento di autotutela degli interessi dei lavoratori. Nel caso del Ministero della Giustizia, che eroga un servizio pubblico essenziale, lo sciopero è regolato dalla legge 146/1990.
I lavoratori del Ministero non hanno l’obbligo di comunicare preventivamente la loro adesione allo sciopero, e non possono essere licenziati o sanzionati per aver partecipato. Tuttavia, per i servizi pubblici essenziali, come quello giudiziario, può essere richiesto a un dipendente di non astenersi dallo sciopero qualora manchi sufficiente personale in ufficio.
Una battaglia per il futuro della Giustizia
La protesta dei cancellieri esperti non è solo una questione di salario, ma soprattutto di dignità professionale e riconoscimento del ruolo. La categoria chiede che vengano rispettati i titoli e le competenze acquisite, e che non si continui a trattarla come una risorsa sacrificabile. Lo sciopero dell’8 ottobre è solo l’inizio di una lotta che promette di continuare fino a quando le richieste non saranno ascoltate.