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Paola – Affidamenti diretti e lavori da fare (“a noleggio”?)

La frenata dalla lunga marcia indietro che Paola ha innestato negli ultimi vent’anni, sebbene lieve, pare ci sia stata.

Certo, non è una fermata, ma anche una timida decelerazione ai cittadini ormai pare un sollievo.

È vero, nelle case ancora oggi manca spesso l’acqua, tuttavia certe leccate d’asfalto, slinguazzate qua e là lungo le dissestate strade cittadine, hanno infuso un cauto ottimismo perlomeno nella metà dei paolani (perché sommando tutti quelli che non hanno votato Perrotta alle scorse elezioni, viene fuori un numero con il quale l’attuale “maggioranza” non potrebbe misurarsi alla pari).

«Va tutto meglio», questo – in estrema sintesi – sembra essere il pensiero dominante. «Anche se si approssima, l’importante è “fare”», e giù hashtag incoraggianti, tesi sempre e comunque a ispirare miraggi tipo “#semprepiùbella, #ilpostopiùbellodelmondo, e altri assortimenti dove comunque il “più” non manca mai. D’altronde, come dar torto a costoro, che negli ultimi anni hanno visto regredire persino le presenze alla Festa del IV Maggio?

A voler proprio spaccare il capello, si potrebbe considerare la vicenda legata allo stanziamento delle somme necessarie ad eseguire le opere di cui sopra, una cifra che dal bilancio comunale ha potuto prendere consistenza per ragioni burocratiche precedentemente all’impasse, una situazione a favore di Perrotta che il destino, per dirla con espressioni in voga nell’aula “Lo Giudice”, a Politano l’ha «fatt’ shcumà» (letteralmente: «lo ha fatto “schiumare”») per mesi e mesi.

Sulle motivazioni della revisione di questa posizione da parte della casa comunale  si  potrebbero aprire scenari speculativi che è meglio non evocare, preferendo pensare – come quelli che dicono che «va tutto meglio» – che l’appeal amministrativo del “quarto” Perrotta sia più efficace di quello del “primo” (e forse “unico”) Politano.

Le farciture di bitume – a partire dalla fantasmagorica ribattezzata “pista” (anche ciclabile) che ha preso corpo a Viale Charitas, dove delle durevoli piastrelle sono state sostituite da una colata di catrame – in molti casi si tramutano in nuovi gradini da affrontare per le sospensioni dall’auto, visti i dislivelli causati dal metodo risolutivo individuato, che preferisce la sovrapposizione degli strati all’asfaltatura vera e propria (che imporrebbe una costosa miriade di lavori preliminari). Pertanto, viene da chiedersi quanto dureranno questi rattoppi a stampo, appropriatamente retribuiti in base alle attuali esigenze “del fare”.

Si potrebbe comunque dire: “ben venga! I lavori hanno avuto modo di essere eseguiti”.

Già, ma da chi?

Sarebbe opportuno verificarlo, se non altro per tifare con maggior vigore chi si sta impegnando “per fare”.

Appare scivoloso il tema della bitumazione, a tal punto da farsi venire in testa altre domande, tipo: può una ditta, senza dotazione strumentale all’uopo del lavoro da compiere, per di più con un unico dipendente, aggiudicarsi un affidamento diretto dedicato ad un lavoro tanto nevralgico, solo per ineccepibilità delle attestazioni richieste?

Certo che può, tant’è che in alcuni casi è previsto addirittura quello che molti scambiano per “subappalto” ma che, in realtà, si chiama “noleggio” (da distinguersi tra “noleggio a caldo” e “noleggio a freddo”) che prevede la possibilità che una ditta inconsistente sul piano del personale e dei macchinari da adoperare per bitumare (ad esempio), possa avvalersi degli strumenti di qualcun altro (pagato ovviamente) per eseguire il lavoro. La differenza tra noleggio “a caldo” e “a freddo”, consiste – detto grossolanamente – nell’eventualità di ingaggiare anche un organico di dipendenti (“a caldo”) o solo le macchine per eseguire il lavoro (“a freddo”).

Questa è una cosa che i supporters della linea amministrativa attuale farebbero bene a verificare, perché il caso di un affidamento con noleggio (“a freddo” o “a caldo” che sia) potrebbe far lievitare i costi di un’eventuale operazione di bitumazione anche di dieci volte. E questo né le casse del comune, né i tifosi più intransigenti, potrebbero o dovrebbero sopportarlo.

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