Da più di due settimane tutti coloro che transitano lungo la stradella perfiferica che da Rione Colonne conduce alla dorsale che sbocca (anche) nell’area mercatale, stanno facendo i conti con uno strano sciacquettio che proviene dal contatto col manto stradale.
Sicuramente non si tratta di una sorgente, perché quel tratto è da considerarsi “terminale” di scolo di molte aste fluviali che scendono dalle montagne, e certamente non è frutto di un miracolo. Quello con cui i cittadini stanno trovandosi a fare i conti è il frutto di un “guasto” superficialmente sottovalutato che – allo stato attuale – non è dato sapere quanti metri cubi d’acqua sia costato alla rete idrica cittadina.
Considerando le esorbitanti tariffe richieste (anche) per la manutenzione delle tubazioni paolane, sarebbe il caso che qualcuno intervenisse. Perché è intollerabile che nel 2014, alla luce di bollette stratosferiche, da circa 15 giorni l’acqua potabile si perda per strada o, peggio, che si riversi inutilizzata a mare. Acqueamare, a seconda da come la si voglia leggere (acque-a-mare o acque-amare) è l’espressione che meglio d’ogni altra sintetizza l’attualità vissuta da una Città che sta vedendone di tutti i colori (da tutti coloro).