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Intanto l’incanto è passato dall’encomio al coma

lite tra ciodaro e maiorano

Nel pomeriggio di ieri si è svolto un Consiglio Comunale che, per l’archivio degli ordini del giorno, si sarebbe dovuto svolgere su questioni “condivise” sia dalla maggioranza che dall’opposizione. In fondo non si sarebbe dovuto trattare d’altro che di un’occasione per esprimere solidarietà e soddisfazione bipartisan. Magari con parole diverse, magari invertendo la prospettiva, però – comunque – condividendo le ragioni di fondo per le quali il Civico Consesso è stato convocato.

D’altra parte i segnali iniziali non lasciavano presagire nulla di diverso, i sorrisi splendevano a iosa nell’aula Lo Giudice. Perfino il (solito) battibecco iniziale tra la Presidente del Consiglio, Emira Ciodaro, ed il Consigliere (Capogruppo di minoranza del PD) Graziano Di Natale, sembrava rispettare ilsolito canovaccio di una tragicommedia che va avanti dalla prima puntata de “I Consigli Comunali dell’era Ferrari”. Pertanto, vivacemente annoiato, il pubblico in sala assisteva composto. Finché…

Finché qualcosa è andato storto.

Avvisaglie di un timido cambiamento della situazione si sono avute allorquando la Presidente del Consiglio ha ripreso – per la prima volta – la Consigliere di maggioranza Maria Antonietta Maiorano. Una cosa inusuale che però ha ricalcato altre reprimende precedenti (abbastanza distanti nel tempo). Una cosa che – evidentemente – ha causato la prima scintilla (passata inosservata) di un fuoco che, più tardi, sarebbe divampato.

È da questo preciso momento che la natura del “vivacemente annoiante” Consiglio Comunale di ieri, è mutata passando allo stato “andante con brio”.

Infatti altrimenti non si spiega la clamorosa gaffe nella quale è incappata poco dopo l’intera ala di maggioranza che, avallando “inconsapevolmente” la questione del cambiamento nell’ordine dei punti da discutere, ha dovuto poi spiegare (a se stessa e agli altri) i motivi che hanno indotto questa scelta proposta da un membro della minoranza. È sembrato troppo strano che tutti i componenti dei banchi alla destra del Presidente del Consiglio abbiano frainteso il significato che, durante una votazione, hanno le parole “favorevole”, “contrario” e “astenuto”. Tant’è che s’è proceduto in questo senso perché le astensioni proposte “contro” la disponibilità manifestata dai (soli) tre presenti ai banchi della minoranza, ha fatto si che la proposta passasse. A questo evento è seguito un farneticante ed affannoso cavillare intorno alle questioni che riguardassero l’astensione intesa come formula “dubitativa” rispetto al voto ma, fortunatamente, il buon senso ha prevalso e si è proceduto a ratificare il cambiamento di programma.

Questo arzigogolare ha sicuramente turbato l’equilibrio di tutti i partecipanti al Consiglio, tant’è che – nonostante si trattasse dell’espressione di un’incondizionata solidarietà nei confronti di persone che soffrono (perché un bimbo malato ha bisogno di aiuto, perché le forze dell’ordine vanno tutelte e supportate, perché i cittadini devono poter vivere “al sicuro” da fenomeni criminosi) – proprio su uno di questi punti così duri ma belli da affrontare in un discorso, il Consiglio Comunale è stato dapprima sospeso e, poi, sciolto.

Non è che si trattava di argomenti in grado di “separare” al punto da arrivare al litigio, all’abbandono dell’aula e – infine – alla mancanza del numero legale per proseguire i lavori. Erano argomenti sui quali un’ampia convergenza doveva essere “automatica”. Tant’è che tra maggioranza e minoranza s’era arrivati anche ad avere una tacita intesa sull’intenzione, proposta dal Consigliere di minoranza Ivan Ollio, riguardo l’assegnazione della cittadinanza onoraria all’imprenditore Francesco Ventura (anch’egli, recentemente, vittima di un atteggiamento criminale diffuso in città al punto da costituire uno degli argomenti all’Ordine del Giorno del Consiglio).

Ma è proprio in questo che consiste il colpo di scena d’autore: mentre maggioranza e minoranza, per la prima volta, non sbraitavano tra di loro, la maggioranza – con un colpo di reni – riusciva a ritorcersi contro se stessa.

Improvviso, come un lampo nella notte, il fuoco è divampato tra la Presidente Ciodaro e la Consigliere Maiorano. Un fuoco terribile, alimentato dal vento di un botta e risposta talmente rapido e intenso che nessun “pompiere”   –  per i primi 5 minuti – ha avuto modo di “tenere a bada”.

«Lei non è autorizzata a parlare», «Io parlo»: questo il tono del battibecco poi evoluto in un climax rasentante l’offesa personale e reciproca.

I sorrisi che splendevano all’inizio dei lavori si sono tutti trasformati in risolini ed espressioni cupe.

Nel pieno del confronto (per quanto concerne la Presidente amplificato dal microfono, per ciò che riguarda la Consigliere in modalità “nature”) la Dott.ssa Ciodaro ha stabilito che s’era oltrepassato il limite ed ha sospeso i lavori del Consiglio. Anche perché, nel frattempo, i pompieri avevano trovato il modo di arginare l’incendio, costringendolo a svilupparsi al sicuro nella stanza del presidente del Consiglio immediatamente attigua all’aula “Lo Giudice”.

Dal momento della sospensione ogni parola ha perso il carattere della formalità da “verbale”, pertanto è da considerarsi “informale” lo scambio di battute tra le due che, prima di deflagrare nella stanza suddetta, hanno  continuato a confrontarsi dinnanzi al pubblico presente in sala, culminando nell’espressione (adoperata da una delle due parti) «ti senti la padrona di Paola».

Per avere più chiara la questione potrete visionare, a breve, il contributo video realizzato per l’occasione.

Nel frattempo sappiate che l’encomio e i riconoscimenti vari sono passati in secondo piano (alla fine mancava pure il numero legale) pertanto il Consiglio Comunale di Paola è attualmente in coma “indotto” perché l’incanto che univa i membri della maggioranza pare essersi spezzato. Si riprenderà non appena sarà stata stabilizzata la pressione intracranica.

Se volete, riguardo a questa notizia, la nostra Testata propone un sondaggio disponibile a questo link.

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