A distanza di un anno la storia si ripete, facendo auspicare nulla di buono sulla salubrità dei nostri mari. Se n’era già parlato lo scorso anno quando un giovane di Amantea nel settembre del 2013 aveva pescato assieme a suo zio, al largo delle coste Fiumefreddo Bruzio, alcuni tonni alletterati, trovandone 4 su 10 con una malformazione alla colonna vertebrale. Valerio, questo il suo nome, si era accorto della stranezza solo una volta cucinati, e spinto da preoccupazione aveva in seguito fatto analizzare due dei tonni rimasti. I valori delle lische analizzate erano risultate contaminate da idrocarburi policiclici aromatici, e da policlorobifenili ritenuti al di sopra della norma, entrambi pericolosi per l’uomo.
Non è detto che i pesci catturati nel mare antistante la costa di Campora siano stanziali. I tonni sono infatti di natura pelagica, ovvero passano la loro vita nuotando e spostandosi di continuo. Potrebbero quindi non provenire dal “nostro” mare, anche se ciò non è comunque rassicurante, in quanto si tratta del secondo caso in Calabria.
Non è detto che anche i pesci catturati al largo di Campora siano contaminati, ma la malformazione alla spina dorsale dei 12 tonni probabilmente non è dovuta a fattori naturali. La famiglia del pescatore in ogni caso farà analizzare le lische, affinché si faccia chiarezza sulla provenienza della specie e sulle varie sostanze contenute.