“L’arte moderna, che mira dichiaratamente all’emersione del soggettivo e al linguaggio aperto, liberato da verità precostituite – afferma Tonino Sicoli – accoglie l’incisione come un genere da recuperare per dargli, da tecnica minore di stampa più che altro artigianale, una dignità d’arte di pari livello della pittura e del disegno. Non a caso usano largamente l’incisione i più rivoluzionari artisti del Novecento come Pablo Picasso e Marcel Duchamp, che riprendono con essa temi della loro pittura, ma con risultati di maggiore raffinatezza formale e sintesi di linguaggio. E’ quello che accade con la “Célestine” di Picasso, dipinto nel 1904 e raffigurante una ruffiana cieca da un occhio, nota all’epoca come personaggio del romanzo licenzioso “Tragicomedia de Calisto e Malibea” dello scrittore spagnolo del XV secolo Fernando De Rojas. Célestine è la sensale di questa storia d’amore, che aveva appassionato Picasso fin da adolescente e alla quale dedica nel 1968 un ciclo di 66 incisioni ad acquaforte e acquatinta. Realizzate tra l’11 aprile e il 18 agosto quando Picasso ha già 86 anni, esprimono un forte senso erotico e sono state tirate in 400 esemplari dall’Atelier & Editions Crommelynck di Parigi per la Luise Leiris Gallery. I fogli non sono firmati singolarmente ma la firma dell’autore è posta a matita solo sulla pagina di giustificazione della cartella. A loro volta le storie di Célestine fanno parte della nota “347 Series”, un corpus di incisioni realizzate fra il 16 marzo e il 5 Ottobre 1968 con immagini di circensi, cavalieri, moschettieri, musicisti e pittori con le loro modelle come quelle che raccontano l’amore di Raffaello e la Fornarina. C’è una storia del Novecento – continua Sicoli – che può essere tracciata attraverso la grafica d’autore, sia per le tecniche tradizionali che per quelle innovative e legate alle nuove tecnologie riproduttive dell’immagine, che hanno raggiunto livelli di alta fedeltà ma anche di originalità. L’opera-oggetto è l’ultima frontiera della replicabilità in arte e l’artista contemporaneo rivendica per sé l’ideazione come vera, unica e irripetibile attribuzione identitaria.”
Un piacevole viaggio, accompagnati dalle riflessioni di quei grandi maestri di un passato non poi così lontano, ad oggi ancora vivo e comunicativo.
La mostra rimarrà allestita fino al 4 giugno
Mafalda Meduri