Mattinata intensa quella vissuta l’altro ieri tra le mura del Sant’Agostino, animata da un “fuoriprogramma” non abituale nella routine amministrativa del comune, la cui aula consiliare è divenuta – per un po’ di tempo – una “sala proiezioni” allestita dagli agenti della Guardia di Finanza.
Lao Pools e Smeco, tanto per fare i nomi.
Secondo indiscrezioni, gli uomini delle fiamme gialle e il personale dell’Autority sarebbero partiti dalla denuncia fatta a suo tempo dal Comitato di Salute Pubblica, probabilmente coniugandola a quell’istanza rivolta al Prefetto da persone afferenti alla minoranza (anche extraconsiliare) piuttosto allarmate dall’entità della pressione fiscale esercitata sui paolani.
Come se non fosse bastata la recentissima pubblicazione dei verbali di Adolfo Foggetti, che nei suoi interrogatori ha descritto con parole inequivocabili l’attuale andazzo gestionale in vigore a Paola, a diradare ulteriori nebbie adesso è giunta questa visita a sorpresa della Guardia di Finanza, concentrata – appunto – sulla variazione tariffaria intercorsa tra i due gestori e, quindi, tra gli ultimi due sindaci. Dissesto a parte, a finire sotto la lente sarebbe stata anche la modalità di affidamento del servizio, maturata in un contesto di rapporto “diretto” che non è stato originato da alcuna gara d’appalto, pratica a tutt’oggi prorogata semestralmente fino al prossimo 29 ottobre.
Se alla base di questa operazione dovessero esserci questi due fondamenti, è probabile che la loro convergenza cronologica con l’operazione “Frontiera” non sia casuale. Tuttavia, tralasciando questo scenario “apocalittico”, è doveroso dare merito al senso civico di coloro che si sono battuti sulla questione, perché grazie al loro impegno hanno suscitato l’interesse puntiglioso dei servitori dello Stato, sollecitati dagli esposti in prefettura e dalla posizione ottenuta in seno all’Autorità per l’Energia, il Gas e il Servizio Idrico. Rigorosi e precisi, sia i membri del Comitato di Salute Pubblica che i rappresentanti di una politica diversa e, ad ogni livello, “opposta” a quella di Basilio Ferrari, forse – da ieri – hanno un motivo in più per sorridere (anche se d’amarezza).