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Paola – Centinaia di persone per l’estremo saluto al prof. Antonio Arcuri

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Nel pomeriggio di oggi si sono tenuti i funerali del professore Antonio Arcuri, musicista originario di Sant’Agata d’Esaro, molto conosciuto nella città di Paola e su tutta la costa tirrenica.

Che fosse anche molto amato, s’è scoperto solo al momento di imboccare la strada verso il Santuario, con un’intera corsia occupata da macchine parcheggiate. Sia dal Centro Storico che dalla parte collegata alla SS18, da qualunque parte si salisse, la via per arrivare laddove Antonio Arcuri ha ricevuto l’ultimo saluto, è apparsa ridotta, stretta come l’abbraccio di un’intera comunità.

Generalmente gremita in occasioni particolari come l’accensione della Lampada Votiva, la nuova Aula Liturgica del Convento paolano è stata sufficiente ad ospitare le tante persone accorse per dire “addio” al figlio, al nipote, all’amico, al collega, all’allievo e al maestro che Antonio Arcuri ha saputo essere nella sua vita.

Persone commosse, attonite per la scomparsa di un ragazzo capace, disorientate dalla tragedia e da come è stata raccontata, tristi per la perdita collettiva che è stata la morte di Antonio.

Una morte “resa misteriosa” da ricostruzioni fuori luogo, prive del rispetto necessario che si deve alla dipartita di chiunque, spasmodiche al punto d’aver indotto “rettifiche” e “precisazioni”.

Nella smania di soddisfare le più basse curiosità, la cronaca di una morte che ha ricevuto l’estremo sacramento nella Casa del Patrono della Calabria, è stata riportata con tracce talmente oscure e particolari così esasperati, da aver rasentato il nero. Senza alcun rispetto.

Laddove le braccia di San Francesco di Paola s’allargano per accogliere i pellegrini, l’anima di Antonio Arcuri è stata affidata al Signore, nella preghiera partecipata, commovente e rispettosa, di centinaia di persone “reali”.

Ciao Antonio, mancherai.

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