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Visti dal Cosmo: emergenza, realtà, omissioni, colpe e meriti; tutto da rifare

cosmo de matteis

Trovare delle parole per descrivere lo stato d ‘animo che ciascuno di noi vive in questi giorni diventa una impresa difficile.

Nessun film di fantascienza avrebbe potuto descrivere questa realtà.

Una strana sensazione pervade ciascuno di noi, il senso dell’ignoto, dal punto di vista scientifico, instilla in tutti noi angoscia.

Fortunatamente abbiamo la possibilità di esternare  le nostre paure, di confrontarci rimanendo nella propria casa.

Anche io, dopo diverso tempo, tramite il Marsili mi confronto con i nostri lettori.

Neanche il tempo di festeggiare il mio pensionamento, che ho rimesso il camice per essere nel mio ambulatorio a fianco della collega e della segretaria. Certo, anche io ho paura, ma la voglia di dare il mio piccolo contributo come medico prevale sull’egoismo e sui timori.

Purtroppo, oggi noi paghiamo lo scotto di una sanità distrutta da una classe politica ignorante. Per anni sono stati chiusi Ospedali e ridotto al minimo il personale sanitario, la voce preponderante era: risparmiare sulla sanità.

Come dirigenti sindacali, in tutte le sedi lanciavamo l’allarme sulla impossibilità di curare le persone senza adeguati investimenti, riducendo ogni anno i fondi per questo settore.

Quando sarà passata questa tempesta, bisognerà rivedere tutto: tornare ad un sistema sanitario unico è prioritario; investire in strumentazione, incentivare economicamente il personale tutto, è prioritario; sburocratizzare l’attività medica.

Il mio pensiero va a qui colleghi che già hanno perso la vita, a tutti quelli infettati, sbattutti in prima linea senza le più elementari norme di sicurezza.

Urge rivedere il trattamento economico  di medici, infermieri, OSS.

Con una certa trepidazione ascolto ogni giorno mio figlio, infermiere a Parma, dopo aver trascorso otto ore con quelle tute che ti rallentano nei movimenti, che ti impediscono anche i bisogni fisiologici. Leggo i manifesti dei cittadini parmensi, posti presso l’ospedale dove lavora, per esprimere il loro ringraziamento. Allora rifletto sul fatto che questi infermieri rischiano la vita per millecinquecento euro.

Forse sarà bene che i nostri politici se ne ricordino nelle sedi opportune.

Il mio telefono, come quello di altri, squilla frequentemente: cerchiamo attraverso questo strumento di alleggerire le problematiche dei pazienti, ma anche noi abbiamo i nostri limiti  e le nostre debolezze. Anche qui siamo privi dei presidi per operare con un minimo di sicurezza.

Ero in ospedale quando quelle poche, ma preziose, mascherine sono state distribuite ad una parte del personale, ma ne occorrono tante  ma tante.

Generalmente non sono tenero con i politici, né posso essere accusato di personali interessi ad alcun titolo; al contrario di altri che in passato criticavano ed oggi scodinzolano intorno al sindaco, per ricevere incarichi vari.

“Sfogo personale”: bene, in questi giorni vedo un sindaco, Roberto Perrotta, che si sta prodigando in ogni modo per far fronte alla situazione, ogni giorno è sul posto di lavoro, in ospedale, presso l’Asp. Dove c’è bisogno, lui non si tira indietro. Il suo operare anche quotidianamente col sottoscritto per cercare di acquistare maschere  e tute, è un merito che gli va riconosciuto.

I meriti anche a Graziano Di Natale, che tramite i social instancabilmente cerca di rispondere a tutti i cittadini, inoltre come consigliere regionale porta nelle sedi opportune le istanze non solo paolane, ma di tutto il territorio.

Oggi le incognite sono molte, ci ritroviamo spauriti, confusi, non esistono più certezze, ci siamo resi conto della nostra fragilità e della nostra pochezza.

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