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Paola – Isola pedonale indigesta ai commercianti

paola - isola pedonale

Indetta nel pomeriggio di ieri, la conferenza stampa dei commercianti operanti su Corso Roma è servita a comprendere che, così com’è, l’isola pedonale non è felice.

Il “salotto della Calabria” (altro nome con il quale è stato propagandato il nuovo camminamento paolano) è condizionato da problematiche “strutturali” che, più che ad un boudoir, dovrebbero appartenere ad un “corridoio”. Perché, stanti le parole dei commercianti, c’è ben poco di vivibile e di conviviale sull’area aperta al pubblico pedonale solo qualche settimana fa.

Iniziando dalle promesse fatte in campagna elettorale e passando attraverso i prospetti progettuali, il rifacimento di Corso Roma è stato presentato in maniere talmente differenti da aver confuso persino un decano del linguaggio “politichese” come il dott. Sergio Stancato. In occasione dell’intervista rilasciata per questa testata qualche tempo fa, il leader del Pri (partito che nell’attuale amministrazione conta un assessorato e la presidenza del consiglio comunale) parlando del pregevole manufatto pedonabile, aveva manifestato le proprie perplessità dinnanzi «alla decisione di renderlo esclusivamente pedonale quando, in sede di progetto, se ne era predisposta la percorribilità automobilistica». Dubbio che, con lo stesso imbarazzo, hanno detto di essersi posti anche i commercianti, ai quali soltanto in sede di lastricamento è stato specificato che non sarebbe stata un’opera aperta al traffico veicolare. Questa eventualità, oltre a creare enormi disagi a coloro che per mandare avanti la propria attività devono costantemente far riferimento ai fornitori, s’è abbattuta come una scure sulla clientela, costretta a vivere il disagio della lontananza di un parcheggio e quindi “scoraggiata” dal potersi riferire ai propri negozi abituali. I dati snocciolati dai commercianti durante la conferenza sono stati inequivocabili, a seconda delle attività si parla di una perdita netta di incassi compresa tra il 20 e il 40%.

Per evitare il tracollo, i quindici impavidi rimasti a presidiare le saracinesche aperte, hanno anche maturato delle proposte migliorative. Un esempio ha riguardato la nuova Via dell’Unità d’Italia che, se resa a senso unico, avrebbe avuto un’intera corsia da riservare ai posti auto. Un altro discorso era stato fatto l’area in terra battuta, raggiungibile da un’entrata posta sotto al distributore Agip, che si sarebbe potuta collegare con Corso Roma grazie ad una scala passante attraverso l’ex Cinema Cilea e che i commercianti avrebbero pagato volentieri di tasca loro (così come già hanno pagato i cestini per le cartacce, che però non bastano per i rifiuti da raccogliere – sempre autonomamente – la domenica mattina).

Senza parlare della sicurezza. Perché l’assenza di segnaletica verticale e la mancanza di vigili urbani, consentono agli scriteriati in motorino di attraversare l’isola a tutta velocità. Perché dei tre pistoni lampeggianti che dovrebbero abbassarsi per consentire l’accesso ai mezzi di soccorso, nessuno sa a chi sia stato affidato il telecomando.

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