La forte erosione costiera degli ultimi anni, che ha letteralmente cancellato la costa antistante lo scoglio, ha costretto le istituzioni a pensare a quali provvedimenti adottare. Il progetto avallato dal Comune consisterebbe nella realizzazione di una spiaggetta e nella costruzione di una vera e propria barriera di massi alta due metri sopra il livello dell’acqua, che andrebbe a coprire la scogliera naturale presente in mare. Ciò ha quindi suscitato l’opposizione della cittadinanza, in quanto la realizzazione deturperebbe la naturalità dello scorcio.
Il disegno, finanziato dalla Regione, venne proposto per la prima volta nel 2011, ma il forte attivismo della società civile e delle associazioni del territorio fecero recepire la contrarietà al progetto all’allora sindaco di Amantea Tonnara, che sentì il bisogno di tutelare il paesaggio non accogliendo la pianificazione proposta. «Prima della scorsa campagna elettorale il piano di lavoro è stato però riproposto, ma potenziato: da 100 mila euro per finanziarlo si è passati ad 1 milione e 100. La realizzazione prevede un muro in mare davanti allo scoglio e la creazione di una spiaggetta, che potrebbe per altro diventare privata, poiché c’è una struttura alberghiera interessata». A parlare così Francesca Menichino, consigliere comunale 5stelle di Amantea, intervenuta come altri cittadini durante il sit in, che ha risposto ad alcune nostre domande.
Avete una proposta alternativa rispetto a quella avallata? «Si è parlato di barriere sommerse, più rispettose quindi del paesaggio. C’è una scogliera al di sotto e quindi tutta una fauna e una flora da preservare. Abbiamo chiesto una collaborazione a tecnici che non basano i loro progetti sulla cementificazione, ma su sistemi alternativi e più ecologici. Proponiamo sistemi pensati non solo per arricchire “qualcuno” ma per arricchire il bene comune che abbiamo, in questo caso l’ambiente, per tutelarlo e proteggerlo nel miglior modo possibile».
Inoltre il ripascimento previsto prevede che venga prelevata della sabbia dal Fiume Oliva, nella quale vallata sono state interrate sostanze altamente inquinanti.
«Questa è un’altra nota stonata della vicenda. La spiaggetta davanti allo scoglio si realizza, su base progettuale, con 43 mila metri cubi di sabbia prelevati proprio dal fiume Oliva, e l’assurdo è che c’è un procedimento penale in corso per l’inquinamento della sua vallata in cui il Comune si è costituito parte civile. C’è quindi qualcosa che non va. Oltretutto il nostro porto si insabbia continuamente, ci sarebbe pertanto una quantità enorme di materiale da prelevare. Stiamo parlando di soldi che sono di tutti, andrebbe perciò usata coscienza nello spenderli. Sarebbe necessario chiedersi se con questo progetto si stia facendo qualcosa di utile o se si stiano rovinando la salute e l’ambiente».