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Paola – Dalla sinistra extraconsiliare un duro attacco all’ing. Fabio Pavone

fabio pavone

Mentre la politica consiliare ha duramente stigmatizzato gli esiti della vicenda che ha riguardato Roberto Pennestrì (che a sua volta ha biasimato l’atteggiamento di chi assurge a ruoli istituzionali col solo fine dell’apparenza) una parte del mondo associazionistico e rappresentativo cittadino è voluta entrare nel merito della questione, attaccando frontalmente il capo dell’Ufficio Tecnico Comunale – ingegner Fabio Pavone – reo di non aver saputo applicare la procedura consona alle ordinanze di demolizione. Rimanendo sospesa la possibilità che il tecnico reiteri – questa volta senza “passi falsi” – l’intenzione demolitrice nei confronti dello stabilimento balneare gestito da Pennestrì (l’Holiday Beach sito nella parte nord del lungomare San Francesco), le parole di Cambia Paola suonano come un monito anche sulla probabile prossima assunzione dello stesso Pavone, papabile ad un posto fisso e a tempo indeterminato nella pianta organica del Sant’Agostino.

«Il Tar ha annullato l’ordine di demolizione emesso dal Comune di Paolascrivono gli attivisti della sinistra extraconsiliare in una nota – contro Roberto Pennestrì. E noi ne siamo felici. Felici perché Roberto merita un pò di respiro, felici perché si è arenato (speriamo definitivamente) il tentativo di screditare chi da anni denuncia il problema del mare sporco, felici perché essendo stati coinvolti fin dall’inizio nelle manifestazioni di agosto 2015 e 2016, la viviamo anche noi come una vittoria. Però siamo anche dispiaciuti. Dispiaciuti perché ancora una volta l’Ufficio Tecnico del Comune di Paola tradisce la sua inadeguatezza. E siccome un Comune non funziona se il suo Utc non funziona, siamo anche preoccupati. L’ordine di demolizione è stato annullato per un vizio di forma, ossia perché l’Utc si era dimenticato di fare uno dei passaggi necessari del procedimento. Come cercare di cuocere una frittata senza rompere le uova. Ci chiediamo, dunque, se oggi il responsabile di quell’ufficio provi almeno un po’ di vergogna per aver esposto il Comune da cui è lautamente retribuito ad una figuraccia come questa. E ci chiediamo se il Comune sia ancora convinto che l’ing. Pavone sia l’uomo giusto al posto giusto. Anche perché non dimentichiamo che, al fondo di tutte le proteste, c’è il problema della depurazione, servizio che dovrebbe essere controllato dall’Utc ma è oggetto di diverse inchieste giudiziarie. È vero: gli sversamenti in mare sin qui contestati riguardano periodi in cui Pavone non era ancora il responsabile dell’Utc di Paola, ma non ci pare che, sotto la sua direzione, abbia preso provvedimenti per invertire la tendenza, ad esempio indicendo una gara d’appalto per il servizio idrico, obbligatoria per affidamenti che – come nel nostro caso – superano il milione di euro all’anno. E neppure dimentichiamo che lo stesso ing. Pavone è attualmente sotto processo, accusato di aver commesso gravi reati mentre lavorava all’Ufficio Tecnico di un Comune vicino. E ancora non capiamo perché il Comune fra i requisiti di accesso non abbia inserito, com’è giusto che sia, l’assenza di carichi pendenti. Per questo crediamo che per Paola sia sufficiente il Pavone che campeggia sullo stemma cittadino. Di un altro – conclude Cambia Paola – non sappiamo proprio che farcene».

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