Per quanto riguarda la situazione palesatasi con le ultime deliberazioni dell’esecutivo Ferrari, in alcuni casi vocate all’assunzione di personale presso il municipio e recanti la data dello scorso 20 giugno, bisogna premettere che l’attività degli organi (sindaco, consiglio e giunta), è vincolata all’art. 38 comma 5 del D.Lgs. 267/2000, con cui si dispone che «i consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili».
L’art. 3 della legge 182/91, in materia di elezioni amministrative, sancisce che «la data per lo svolgimento delle elezioni è fissata dal Ministro dell’Interno non oltre il 55mo giorno precedente quello della votazione».
Passato questo termine, mentre al consiglio comunale rimane facoltà di riunirsi solo per l’adozione di atti urgenti ed improrogabili (per esempio l’approvazione del rendiconto), per ciò che riguarda gli atti di sindaco e giunta comunale non sono previste limitazioni, pertanto possono essere adottati fino alla data delle elezioni.
Questo per sgomberare il campo riguardo la legittimità delle azioni intraprese, alcune delle quali con il nobile fine di affrancare, dalla condizione di precarietà, molti disoccupati ed inoccupati cittadini.
Con le delibere n.90, 91 e 92, l’esecutivo al completo – su triplice proposta del sindaco – ha autorizzato la «Programmazione dei fabbisogni di personale a tempo determinato 2017-2019», «l’integrazione oraria lavoratori a tempo determinato- ex lsu/lpu contrattualizzati part time» e la «integrazione oraria lavoratori a tempo indeterminato part time».
Eterogeneo appare il novero delle categorie che andranno ad implementare la dotazione organica dell’ente che, a un giorno dal ballottaggio, il prossimo sindaco troverà “più occupato”.