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Paola – Buoni Spesa, una (ottima) iniziativa forse per molti, ma non per tutti

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Due clienti che indossano mascherine sanitarie spingoni i carrelli della spesa dopo aver effettuato acqusiti all’Esselunga di viale Adriano, 24 Marzo 2020. ANSA/Marco Ottico

La mattinata odierna ha segnato la ripresa di un’iniziativa che, già nei mesi scorsi, s’è dimostrata molto gradita dalla cittadinanza. In concomitanza con l’apertura degli uffici, dinnanzi all’ingresso del comune è iniziato il via vai di persone risultate beneficiarie dei ticket spesa per fare acquisti, rigorosamente divise in ordine alfabetico e secondo l’esito di una procedura che, però, non ha trovato tutti d’accordo.

Si da infatti il caso che ci siano state delle esclusioni che, alla luce di certe altre “accettazioni”, sono parse figlie di uno smisurato criterio, che avrebbe premiato nuclei familiari i cui componenti  percepirebbero reddito di cittadinanza e altre agevolazioni, penalizzando, o senza considerare, coloro che un reddito neanche ce l’hanno, come ad esempio i congiunti di quegli operai che da mesi avanzano buste paga dalle cooperative.

«Non sono i 40€ di buono a persona – è il commento di una giovane mamma – però anche io ho bisogno. Oppure pagassero qualche mese, che siamo sotto Natale e siamo senza un euro».

Questa volta, a differenza di quanto avvenuto nel corso dei mesi scorsi, l’iniziativa dei buoni spesa/voucher messa in campo dal Comune, è stata partecipata con spirito diverso da quanti hanno aderito all’avviso pubblico, forse perché l’imminenza delle Festività Natalizie ha reso molto più urgente qualunque bisogno.

Lo spettro che sia potuto operare un discernimento tra “figli” e “figliastri” ha quindi preso corpo nella mente di molti tra coloro che si sono visti surclassare da conoscenti dal tenore di vita migliore, “premiati” da controlli che invece hanno escluso persone da 107 euro al mese di reddito di cittadinanza.

Forse una più capillare comunicazione in merito ai crismi adoperati per l’elargizione dei ticket sarebbe d’aiuto, almeno per dissipare il tormento di costoro, una volta di più “esclusi” dalla partecipazione alla vita sociale e, in questo caso, anche da una tranquilla celebrazione del periodo natalizio.

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