Le ragioni per cui la collina dell’ospedale di Paola si presenta solcata da mille rivoli, possono essere molteplici. Ad ogni scroscio di pioggia, una nuova via per l’acqua si apre, scavandosi una strada nella terra smossa della frana che, ormai, ha assunto i connotati della “bellezza naturale” alla quale, quasi, i paolani si sono abituati. Negli ultimi tempi ha piovuto in maniera più consistente, ed ecco che la colata marrone apre nuove rughe nere, di un’ampiezza limitata al fenomeno temporalesco e di una durata fissata nel tempo di uno scroscio d’acqua. Tuttavia, da una di quelle strisce più profonde, nascosta all’evidenza di chi si ferma alla rotonda di Via Sottompromintesta, da almeno cinque giorni c’è una fonte marcia che non smette di sgorgare. A cascata, quasi rettilinea alla cima su cui si erge l’ospedale San Francesco di Paola, una colata d’acqua putrida sta consumando un crinale della collina, erodendolo fino al punto da averlo reso quasi perpendicolare al punto di sbocco sito nel costone.
Così, da un tempo insopportabile, i residenti e i semplici passanti intenzionati ad incrociarsi con la strada statale 18, raggiungibile proprio attraversando il pantano di questo putridume, stanno convivendo con un disagio “puzzolente” che rischia, seriamente, di condizionare anche il traffico veicolare.
Datosi che l’acqua “spumeggiante”, di identico colore a quella che resta sul fondo di una vasca dopo un bagno, scende in una quantità tale da non essere assorbibile dalla terra attraversata, all’atto di incontrare il muretto di sostegno forma una vera e propria cascata che va ad inondare l’asse viario. Ciò determina una situazione di notevole pericolo, perché ognuno che si trovasse ad attraversare quel tratto privo di qualsivoglia segnaletica funzionale a segnalare il problema, avrebbe una corsia completamente occupata da acqua e limo scivoloso. Un vero guaio in caso di frenata brusca.