Sono giorni di auguri, di promesse, di speranza.
Anche io rivolgo il mio augurio ai tanti lettori del Marsili, che solo pochi anni fa spinto dal giovane Frangella registrai in tribunale, e che oggi grazie al lavoro – spesso denigrato, offeso da personaggi che non dovrebbero per dignità neanche affacciarsi sulla strada – di Francesco ha raggiunto una credibilità ed una diffusione, che all’epoca pensavo irraggiungibile.
Ma in giorni di speranza da parte di molti, io dopo decenni di condivisioni, non ritengo vi siano più la condizioni per illudere i nostri lettori.
La mia visione pessimistica è frutto della realtà che ci circonda.
Il solo ascoltare un telegiornale, ti spinge a ritenere che tutte le speranze di un cambiamento del nostro mondo siano definitivamente affossate. Pensate in che mani, anche noi nel nostro piccolo siamo finiti: l’America da molti sempre faro di riferimento, governata da Trump (per il quale non esiste una possibile definizione). Putin che le sue manie di grandezza, Erdogan che sta rivelando il suo vero volto di dittatore, l’elenco potrebbe continuare a lungo con i nostri illustri rappresentanti.
Non ci sono più speranze per la nostra regione, dobbiamo rassegnarci ad una falsa gestione democratica della cosa pubblica.
Posti di lavoro: zero; e se qualche possibilità compare e già risaputo che sono stati tranquillamente attribuiti.
Ambiente: nonostante le promesse roboanti, spariscono boschi, sorgono case in zone demaniali o protette.
Giustizia: anni di attesa per banali procedimenti, insicurezza dei cittadini che quotidianamente vedono i loro diritti calpestati da burocrati, politicanti e malavitosi.
Sanità: se ti ammali in Calabria hai seri problemi di sopravvivenza, mancano i posti letto, sono state chiuse varie strutture, ma non si è compensato con altre soluzioni. Gran parte dei direttori generali, prettamente di nomina politica, non sanno neanche lontanamente cosa sia amministrare, sono solo impegnati ad esaudire le richieste clientelari dei loro referenti politici.
Meritocrazia, capacità, sono valori estranei al nostro contesto regionale.
Non vi sono parole per definire lo squallore, quasi totale della società paolana.
Si assiste con rassegnazione al tracollo del paese, non si vede una possibile classe politica capace di risollevare le sorti di una collettività diventata apatica, indifferente alle sorti del proprio paese.
L’accapigliarsi scomposto dei vari futuri candidati alle prossime amministrative, fa presagire il prosieguo di una deriva personalistica e clientelare, che nulla ha da spartire con una possibile ripresa della comunità.
Quindi non vi sono speranze di cambiamenti, di ripresa, il contesto socio politico culturale esprime figure che hanno solo ambizioni personali, soddisfare le proprie necessità, in alcuni casi ancora, di speranza per risolvere i propri problemi occupazionali, e quelli dei vari professionisti (sempre pronti a salire sul carro, per avere qualche incarico ben retribuito, a fronte delle loro limitate capacità professionali).
Quindi tanti auguri a voi, ma senza illusioni o speranze.